Durante il dibattito, Francia, Germania e Gran Bretagna hanno parlato della possibilità di adottare ulteriori misure, in particolare contro una quindicina di personalità ed entità legate ad azioni di disturbo in Siria, per persuadere Washington a mantenere l'accordo, in vista della scadenza di maggio, quando il presidente Donald Trump prenderà decisioni sull'intesa. Ma - spiegano le fonti - si è trattato di un passaggio interlocutorio. Nei giorni scorsi, di fronte al pressing diplomatico dei tre Paesi sui partner Ue, Italia, Austria, Svezia, Grecia e Cipro, avevano frenato, intravedendo il rischio di affossare l'accordo, e di rafforzare piuttosto le posizioni dei falchi iraniani, senza riuscire nell'intento di ammorbidire la posizione degli Stati Uniti.
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