Oltre ad una "discussione dettagliata sullo stato di diritto", ed in particolare sulla riforma giudiziaria, per la quale Varsavia si trova ad affrontare una procedura Ue che apre la strada a dure sanzioni e mai avviata prima nella storia comunitaria, la discussione si è concentrata anche su politica migratoria e bilancio pluriennale post Brexit.
Anche sulla politica migratoria, Varsavia è da tempo in rotta di collisione con Bruxelles, e di recente è stata deferita alla Corte di giustizia europea per il mancato rispetto della decisione di ricollocare i richiedenti asilo da Grecia e Italia.
D'altra parte la Polonia, primo beneficiario in Ue dei finanziamenti delle politiche di coesione - per il periodo 2014-2020 riceve un pacchetto di oltre 86 miliardi di euro - teme che Bruxelles, sotto la spinta di vari Stati membri (tra questi Italia, Germania e Francia) possa aumentare lo spettro delle condizionalità che regolano il rubinetto dell'erogazione dei fondi, per il budget pluriennale post Brexit, aggiungendo anche il rispetto dello stato di diritto e del principio di solidarietà (quest'ultimo alla base dei ricollocamenti dei profughi).
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