"Il nostro obiettivo è di assicurare una fase di transizione coordinata e graduale. L'alternativa poteva essere quella di decisioni unilaterali e non coordinate" da parte delle capitali "di introdurre controlli temporanei. E questo non è nello spirito europeo di solidarietà e cooperazione", afferma Avramopoulos.
Secondo Bruxelles infatti, sebbene la situazione generale "continui a stabilizzarsi, c'è ancora un numero significativo di migranti irregolari e richiedenti asilo in Grecia", col rischio di "movimenti secondari". Ed è per questo, "che in via precauzionale, e mentre vengono messe in atto misure alternative, la Commissione europea raccomanda che il Consiglio prolunghi i controlli per l'ultima volta, per sei mesi".
Allo stesso tempo, Avramopoulos raccomanda "a tutti gli Stati membri e a quelli associati Schengen di utilizzare i poteri di polizia in modo più efficiente, dando priorità a controlli di polizia invece di quelli alle frontiere, ma con lo stesso obiettivo di garantire sicurezza nell'area Schengen".
La raccomandazione "promuove anche una maggiore cooperazione transfrontaliera di polizia, come pattuglie congiunte nelle aree di confine e sui treni internazionali, così come analisi del rischio congiunte e scambio di informazioni tra i Paesi".
Si ricorda inoltre che occorrono "ulteriori sforzi per accelerare le procedure delle richieste di asilo, accrescere i ricollocamenti, e assicurare la ripresa dei trasferimenti verso la Grecia, secondo quanto prevede il regolamento di Dublino".
La Commissione Ue aveva presentato, per la prima volta a maggio 2016 una raccomandazione, adottata dal Consiglio europeo qualche giorno più tardi, sulla base dell'articolo 29 del Codice Schengen - mai usato prima di allora - per permettere ai cinque Paesi di introdurre i controlli temporanei, per far fronte al rischio degli spostamenti dei migranti dalla Grecia.
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