Questo in sintesi il contenuto di due relazioni approvate oggi dalla commissione Affari esteri del Parlamento europeo. Nel 2017 Belgrado dovrebbe "rafforzare lo stato di diritto, perché la corruzione e il crimine organizzato rappresentano ancora un ostacolo allo sviluppo democratico, sociale ed economico del paese", dichiara David McAllister (Ppe), relatore del documento sulla Serbia, passato con 55 sì, 2 no e 2 astensioni. Gli eurodeputati chiedono anche al Paese di allineare la propria politica estera a quella Ue, in particolare nei suoi rapporti con la Russia.
Il voto su Pristina, invece, è stato definito un "forte segnale che il futuro di un Kosovo indipendente è legato all'Unione europea" dalla relatrice Ulrike Lunacek (Verdi). Gli eurodeputati hanno espresso anche "preoccupazione per la persistente estrema polarizzazione del panorama politico" nel Paese e hanno preso nota del fatto che cinque Stati membri Ue non hanno ancora riconosciuto l'indipendenza del Kosovo. Se questo accadesse "aumenterebbe la credibilità dell'Ue nella sua politica esterna e aiuterebbe a normalizzare le relazioni fra Kosovo e Serbia", si legge nella risoluzione che è stata approvata con 40 sì, 12 no e 5 astensioni. Entrambi i documenti saranno votati dalla plenaria in aprile.
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