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Turchia: Consiglio d'Europa, stato emergenza supera limiti

Critiche per licenziamenti di massa e scioglimento associazioni

Redazione ANSA
(ANSAmed) - STRASBURGO, 9 DIC - "Le misure prese dal governo turco connesse allo stato d'emergenza oltrepassano i limiti di quanto permesso dalla Costituzione del Paese e dalle leggi internazionali". Lo afferma la Commissione di Venezia, l'organo del Consiglio d'Europa composto di esperti costituzionalisti, nell'opinione adottata oggi sui decreti emanati in Turchia in seguito al fallito colpo di stato del 15 luglio. Pur riconoscendo che "le autorità turche hanno dovuto far fronte a una pericolosa cospirazione armata e hanno avuto buone ragioni per dichiarare lo stato d'emergenza", la Commissione di Venezia "deplora le misure prese per licenziare piuttosto che sospendere i funzionari pubblici e liquidare le associazioni invece di metterle sotto il controllo temporaneo dello Stato". La Commissione di Venezia critica in particolare le misure che hanno condotto al licenziamento "di decine di migliaia di funzionari pubblici" sulla base di liste allegate ai decreti legislativi d'emergenza.

"Questi licenziamenti collettivi non hanno fatto riferimento a prove verificabili, relative a ciascun singolo caso" rileva l'organo del Consiglio d'Europa. "La velocità con cui queste liste sono apparse implica che i licenziamenti collettivi non sono stati accompagnati neanche dalle minime garanzie procedurali" nota ancora la Commissione di Venezia, sottolineando che "apparentemente questi licenziamenti non sono soggetti ad un controllo giurisdizionale da parte dei tribunali ordinari, o, comunque, l'accesso ai tribunali resta una questione controversa".

La commissione considera che "tali metodi di epurazione dell'apparato dello Stato creato una forte sensazione di arbitrarietà". Inoltre pur riconoscendo le presunte connessioni di alcuni funzionari pubblici con la struttura gulenista e altre organizzazioni considerate terroristiche, la Commissione di Venezia, ritiene che "il concetto di 'connessione' sia stato definito in modo troppo ampio" e la sua applicazione non richiede un legame rilevante con tali organizzazioni.

Un'altra misura criticata dalla Commissione di Venezia è quella che consente di detenere fino a 30 giorni i sospetti senza un controllo da parte dei giudici. Infine l'organismo "è preoccupato del fatto che non è chiaro se la Corte Costituzionale ha il potere di controllare approfonditamente la costituzionalità dei decreti legge d'emergenza". Un potere dice la Commissione di Venezia "che deve avere". (ANSAmed)
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