"Voi sapete che nel mio Paese si va in galera perchè si considera un crimine fare il proprio lavoro: sono qui - sottolinea Dundar - per rilanciare l'attenzione di tutti voi, osservatori e giornalisti, sulla gravissima situazione che stiamo vivendo". Incalzato dalle domande, Dundar ribadisce la sua netta bocciatura dell'accordo sui rifugiati tra Ue e Ankara, definendolo "vergognoso". "Questa Europa opportunistica - aggiunge - continua a dare nuova linfa a Erdogan: i migranti sono diventati i suoi ostaggi per portare avanti il suo disegno cinico. Ma sono qui anche per distinguere la Turchia, il popolo turco, dal suo governo. Come la Turchia non è Erdogan, penso che anche l'Ue non sia solo i suoi leader. Per questo sono contrario all'idea di qualcuno di interrompere il negoziato tra Bruxelles e Ankara. Una rottura definitiva non gioverebbe alla libertà di stampa o alla vita democratica. Anzi, penso provocherebbe il contrario. Per questo invito tutti a parlare dei 35 giornalisti ancora in carcere solo per aver criticato il governo. E' importante - sottolinea - non far cadere il silenzio su di loro, seguire i loro processi, far sentire che non sono soli, dimenticati, come invece vorrebbe il governo".
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