Nuovo grattacapo per l'Ue. Domani
l'Olanda terrà un referendum sull'accordo di associazione
Ue-Ucraina entrato già in vigore lo scorso primo gennaio,
ratificato ormai da tutti i 28 tranne dall'Aja. Dallo scorso
anno è infatti entrata in vigore la possibilità per i cittadini
olandesi di indire referendum su decisioni legislative con la
raccolta di almeno 300mila euro. Diversi gruppi euroscettici,
guidati da GeenPeil, hanno quindi lanciato l'iniziativa, anche
se in realtà il vero oggetto politico del contendere non è
l'accordo con Kiev in sé quanto i rapporto con l'Ue che, sulla
falsariga della Gran Bretagna, vengono considerati troppo
stretti. Di per sé il referendum che al momento vede in testa i
'no' all'accordo Ue-Ucraina, avrà validità legale solo se viene
raggiunto un quorum del 30%. Allo stesso tempo, però, il
risultato non è vincolante per il governo: spetterà a
quest'ultimo, che tra l'altro insieme a parlamento e senato
hanno già dato l'ok all'intesa, decidere se e come tenerne
conto. In ogni caso una vittoria dei 'no' potrebbe creare un
precedente pericoloso insieme a quello sulla 'Brexit', al punto
che per il presidente della Commissione Ue "potrebbe aprire la
strada a una crisi europea" perché, secondo gli esperti,
rischierebbe di mettere del tutto in crisi il sistema
decisionale Ue. L'unica speranza, il fatto che la campagna
elettorale sia avvenuta molto in sordina e che molti olandesi
siano poco o per niente informati. Tranne gli euroscettici,
però, il cui obiettivo è marcare il loro peso politico. Da qui
l'appello del vicepremier Lodewijk Asschera a votare 'sì' in
quanto l'accordo riguarda l'Ucraina e non l'Olanda, e a
utilizzare "altri mezzi per esprimere i sentimenti anti-Ue".
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