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Ue: Patto salva-euro, battaglia Italia su debito

Mitigato processo rientro, ma nuovi vincoli su deficit

Redazione ANSA BRUXELLES

(di Marisa Ostolani) (ANSA) - BRUXELLES, 6 GEN - La battaglia dell'Italia per imporre nel nuovo Patto di bilancio tra i 26 stati membri un percorso sostenibile per il rientro del debito pubblico non puo' dirsi conclusa: oggi nel Forum che negozia il nuovo trattato intergovernativo, la richiesta italiana e' stata sostenuta da altri partner, ma restano scogli da superare soprattutto sulle nuove norme per le procedure di infrazione sui deficit.

''La discussione di oggi e' stata ancora interlocutoria.

Tutte le parti hanno messo sul tavolo le proposte di emendamento. Il negoziato entrera' nel vivo nei prossimi giorni'', ha riferito una fonte comunitaria, al termine della riunione che ha registrato una sessantina di interventi. La battaglia potra' dirsi conclusa solo alla fine: il 12 gennaio e' prevista un nuovo incontro; poi il 23 c'e' il passaggio all'Ecofin (presente Mario Monti) e il 30 il compromesso arrivera' sul tavolo dei leader al Vertice straordinario Ue.

Oltre ai rappresentanti dei 26 stati membri che il 9 dicembre scorso hanno accettato di dare vita al nuovo Patto, imposto dalla cancelliera tedesca Angela Merkel nell'ambito della risposta alla crisi dell'euro, al Forum partecipano i rappresentanti di Commissione e Europarlamento e gli 'osservatori' della Gran Bretagna, unico Stato a tirarsi fuori. ''Sulla questione del debito, l'Italia non e' isolata'', ha riferito l'eurodeputato Roberto Gualtieri (Pd), uno dei tre rappresentanti dell'assemblea di Strasburgo. Gualtieri ha sottolineato la forte sintonia tra la posizione italiana e quella dell'europarlamento, in particolare sulla necessita' di prevedere un limite di durata per il nuovo Patto, facendolo rientrare entro cinque anni dentro i trattati europei esistenti.

''Su questa scadenza, come sull'inserimento di una clausola di decadenza a sette, si sta ancora discutendo'', ha riferito il suo collega, l'europarlamentare belga Guy Verhofstadt. ''Ma in diversi, inclusa la Germania, oggi si sono espressi a favore''.

Per quanto riguarda il debito, il Patto prevede l'obbligo di rientrare verso il tetto del 60% del Pil al ritmo di 1/20 l'anno per la parte eccedente. L'Italia ha chiesto - e sembra per ora ottenuto - una modifica dell'art.4 perché si tenga conto dei ''fattori mitiganti o aggravanti'' cioe' che si valuti ''l'influenza del ciclo economico'', ma anche il livello dell'indebitamento privato e della sostenibilita' della spesa pensionistica. Il testo oggi in discussione ''considera'' come richiesto da Roma i regolamenti introdotti dal dicembre scorso dal 'six-pack', cioe' le sei misure di legislazione secondaria che rafforzano la convergenza economica della zona dell'euro. Senza l'accoglimento di questi emendamenti, il prezzo per l'Italia per il rientro del debito (al 120% del Pil) sarebbe altissimo: circa 45 miliardi di euro l'anno.

Resta molto insidiosa per il governo italiano una nuova formulazione dell'art.7 sulle procedure per chi non rispetta i vincoli di bilancio che oltre al criterio del disavanzo introduce anche quello del debito eccessivo. ''I problemi su questo capitolo sono enormi, c'e' una confusione non risolta tra quanto previsto dal Patto e dalla legislazione secondaria che va risolta'', ha commentato Gualtieri. Il ruolo della Corte di Giustizia che la Germania vorrebbe promuovere ad ente sanzionatorio dei paesi 'cicala', non convince i parlamentari e neppure la Commissione. L'Italia propone che i ricorsi alla Corte si possano fare solo dopo il pronunciamento dell'esecutivo Ue. La posizione ''rigorista'' di Berlino ha subito oggi un contraccolpo: ''la sua richiesta di legare l'entrata in vigore del nuovo fondo permanente salva-stati (Esm) all'adozione del nuovo Patto e' stata appoggiata solo dall'Estonia'', ha riferito Verhofstadt. Ma e' troppo presto per capire se l'impostazione intransigente della Germania su tutta la linea sara' isolata, o quantomeno calmierata dall'Italia, con il consenso di paesi come Spagna, Polonia e Belgio, con la Francia nel ruolo di mediatore.

A scompaginare le carte, anche il crescente rammarico della Gran Bretagna per essersi 'auto-isolata'. Il premier britannico David Cameron ha dichiarato che intende fare ''tutto il possibile'' affinche' il nuovo Patto non interferisca con i trattati Ue esistenti. E l'osservatore britannico al Forum di oggi ha difeso con fervore il metodo comunitario, normalmente sbeffeggiato da Londra. ''E' la prima volta che succede'', ha commentato un divertito Verhofstadt. Stranezze della nuova Europa. (ANSA).

 

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