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Copyright: Ue, nessuna censura né tassa su link

Art.13 no obbligo monitoraggio, art.11 editori, no impatto gente

Redazione ANSA BRUXELLES
(ANSA) - BRUXELLES, 26 GIU - La riforma Ue del copyright, in particolare l'art. 13 sui contenuti caricati dagli utenti, "non è 'censura' e non costituisce un obbligo di monitoraggio generale, come confermato dai servizi legali". E quanto all'art.

11 "non è questo il caso" di una tassa sui link, in quanto "la Commissione ha messo in chiaro" che "i diritti proposti per gli editori non impatteranno sulla capacità della gente di fare link ai siti dei giornali online". Così una portavoce della Commissione Ue dopo le dichiarazioni del vicepremier Luigi Di Maio.

L'articolo 11 della proposta di direttiva europea sul copyright "non è nemmeno una tassa Ue sui motori di ricerca", sottolinea ancora la portavoce al digitale della Commissione, ma vuole solo "consentire all'industria editoriale di sviluppare nuovi modelli di business e assicurare che il giornalismo di qualità continui a prosperare nell'era digitale". Di fatto, la nuova legislazione Ue andrebbe a sanare un'anomalia storica e colmare una lacuna giuridica europea, ovvero la mancanza di tutele per le testate online, quando queste esistono invece per musica e film. Si tratta quindi di dare più potere negoziale agli editori nei confronti delle grandi piattaforme come Facebook o Google sulla remunerazione che possono richiedere per l'utilizzo della loro produzione giornalistica. Come del resto già avviene per le case discografiche o cinematografiche per film o canzoni. Tra l'altro, le nuove norme Ue non impongono nessun obbligo agli editori, al contrario viene lasciata loro la scelta commerciale se negoziare o meno una remunerazione con le piattaforme. Di conseguenza "garantire questo tipo di diritti agli editori non impatterebbe il modo in cui gli utenti condividono i link su internet", sottolinea ancora la portavoce.

I link sono tra l'altro già stati tutelati da diverse sentenze della Corte di giustizia Ue, e queste tutele vengono ribadite nella stessa bozza di direttiva della Commissione. Il testo del Consiglio Ue - per altro votato anche dall'Italia - protegge inoltre in modo esplicito anche gli snippet, ovvero titolo, testo breve e immagini di un link a un articolo. Si tratta infatti di un processo legislativo tuttora in corso e di lunga durata: devono infatti ancora cominciare i negoziati tra Consiglio, Parlamento e Commissione Ue per trovare una sintesi tra le diverse posizioni e quindi giungere a un accordo sul testo legislativo finale, al momento ancora lontano da venire. Il Parlamento Ue in plenaria deve votare o meno il 2 luglio il suo mandato negoziale, dopo un controverso voto nella commissione affari giuridici. E' qui che è stato passato un testo a tratti contradditorio - che va oltre quanto proposto da Commissione e Consiglio con l'obiettivo di non mettere in mezzo gli utenti - e che lascia intravedere un obbligo di filtraggio ex ante, da parte delle piattaforme, dei contenuti caricati dagli utenti potenzialmente coperti da copyright. Questo è l'articolo 13, che "non limita l'accesso" ai contenuti "né prende di mira gli utenti e la loro possibilità di caricare i contenuti, ma si indirizza alle piattaforme con una grande quantità di contenuti caricati dagli utenti di cui queste ne traggono profitto economico". L'obiettivo è infatti, spiega la portavoce, "rafforzare la posizione degli aventi diritto per negoziare ed essere remunerati per l'uso online del loro contenuto sulle piattaforme". Si tratta quindi di accordi tra case discografiche o cinematografiche o artisti e Facebook, Youtube e così via. La partita, quindi, resta ancora tutta da giocare in fase di negoziato tra le istituzioni Ue.(ANSA).

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