BRUXELLES - L'assenza di dati sul reato di violenza sessuale in Italia ''e' endemica'', nonostante alcune informazioni siano raccolte da indagini statistiche periodiche. La normativa invece risulta fra le piu' avanzate in Europa. E' quanto emerge dallo studio condotto dalla European Women Lobby (EWL), che riunisce duemila organizzazioni per i diritti delle donne. Lo studio ha esaminato 32 Paesi (27 Paesi Ue piu' i Paesi candidati e l'Ucraina), sulla base dei criteri della Convenzione di Istanbul, che dovrebbe entrare in vigore l'anno prossimo.
Il quadro e' sconfortante: salvo poche eccezioni, i dati sui casi di donne vittime di stupri denunciati in Europa sono quasi inesistenti. Fanno eccezione Germania e Slovenia, che indicano il sesso della vittima e il tipo di relazione con lo stupratore, spesso una persona conosciuta (come familiare, ex fidanzato, marito). Altri otto Paesi non indicano la relazione con l'aggressore e in Italia, Islanda, Francia e Olanda, alcuni dati arrivano da indagini ufficiali.
Negli altri 18 Paesi le informazioni non sono raccolte nemmeno da polizia o sistema giudiziario. E si parla di denunce, stimate fra il 2% e il 10% di casi, una punta dell'iceberg. In Olanda uno studio ha rivelato che il 15% delle donne fra i 25 e i 70 anni e' stata vittima di stupro almeno una volta e in Danimarca si stimano duemila violenze sessuali ogni anno. Quanto alla legislazione, l'Italia, insieme a Turchia e Irlanda, risponde agli standard minimi. Gran Bretagna e Olanda sono piu' avanzate, mentre 21 Paesi devono decisamente migliorare. Basti pensare a Malta, dove lo stupro e' ancora un crimine 'contro l'onore'.