La partecipazione di imprese non
europee a progetti finanziati dal Fondo Ue per la difesa da 13
miliardi per il 2021-2027 sarà strettamente limitata. E' quanto
emerge dal regolamento proposto dalla Commissione europea per
l'utilizzo del nuovo strumento finanziario, dove si fissano i
criteri per accedervi. Potranno infatti partecipare liberamente
quei Paesi non Ue ma che fanno parte dell'Area economica europea
(Islanda, Norvegia e Liechtenstein), mentre è consentita a
imprese con sede e management in Europa ma controllate da un
Paese o un'entità di Paese terzo (quale per esempio sarà la Gran
Bretagna dopo la Brexit, o gli Usa) solo nel caso in cui "sia
necessario per raggiungere gli obiettivi" del progetto e che
"non metta a rischio gli interessi di sicurezza" Ue. Tre le
condizioni per stabilire se è questo il caso: primo,
assicurazioni che l'impresa extra-Ue porterà a termine il
contratto; secondo, nessun accesso a informazioni riservate; e,
terzo, i risultati del progetto - da asset a proprietà
intellettuale - restano pienamente nelle mani dell'Ue e sul
territorio Ue.
"I criteri sono molto chiari e stiamo gestendo una realtà
complessa che sarà presa in conto in modo adeguato", ha
affermato l'Alto rappresentante Ue Federica Mogherini,
assicurando inoltre che "gli Usa capiscono perfettamente bene
che i soldi europei vanno a sostenere progetti europei, non c'è
nessuna sorpresa". In ogni caso, ha concluso, "non ho
riscontrato nessuna preoccupazione particolare a questo
riguardo".
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