"Questi sono progetti legati al 'Preparatory Action Plan' da 90 milioni di euro, una cifra relativamente limitata, ma sono la palestra per allocare poi i fondi per la ricerca e lo sviluppo di capacità comuni che partiranno con 500 milioni di euro e passeranno poi a un miliardo" e quindi, ha avvertito Profumo, "diventeranno risorse molto importanti". Perchè "da una parte andranno a sommarsi a investimenti nazionali e a quelli dell'industria europea" e dall'altra "ottimizzeranno le risorse di noi cittadini" razionalizzando le spese di ogni stato membro.
Con una "ricaduta" per l'Italia di primaria importanza.
"Leonardo è leader di questo progetto che vede 42 partner da 15 Paesi europei e il coinvolgimento di 9 marine militari", ha spiegato Profumo. Il gruppo ha così dimostrato che grazie alle sue capacità e alla "tenuta insieme" di vari attori "sa ottenere grandi risultati anche a livello europeo". Il progetto Ocean2020, ha detto ancora l'Ad, consente "l'integrazione di sistemi diversi, sia la capacità di osservazione che la gestione di informazioni, per monitorare grandi spazi di mare". E "le applicazioni" saranno "pratiche" da subito, con le prime "prove operative" nel 2019 e nel 2020 nel Mediterraneo e nei mari del Nord. In quest'ottica, ha quindi concluso l'ad, "è importante mantenere la Gran Bretagna nel sistema di difesa europeo, e questo è un capitolo che sarà aperto presto" nelle discussioni sulla Brexit.
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