Prevenire la possibilità che
regimi autoritari possano spiare i loro cittadini: è con questo
obiettivo che il Parlamento europeo ha dato il primo via libera
in commissione commercio a una stretta sull'export di sistemi
per la sorveglianza cibernetica.
Beni e tecnologie progettati per uso civile ma utilizzabili
anche come armi sono già sotto un regime di controllo, sancito
da un regolamento del 2009. Il testo aggiunge strumenti per
intercettare cellulari, hackerare pc, clonare password o
identificare utenti di internet. Nella sessione plenaria di
dicembre l'Eurocamera dovrà confermare il mandato per avviare i
colloqui con il Consiglio, che ancora non ha assunto una
posizione a riguardo.
Soddisfatta l'eurodeputata del Pd Alessia Mosca per il ruolo
di stimolo arrivato dal gruppo dei socialisti e democratici ai
lavori parlamentari. "La nostra politica commerciale - spiega -
è prima di tutto veicolo dei valori europei ed è nostro dovere
prendere tutte le precauzioni perché una tecnologia 'made in
Europe' non venga usata da dittatori per controllare e
localizzare giornalisti o difensori dei diritti umani entrati
nel proprio Paese".
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