In particolare Bruxelles, come evidenziato l'otto novembre scorso, teme una riduzione della concorrenza e un aumento dei prezzi per i prodotti piani di acciaio al carbonio laminati a caldo, a freddo e zincati utilizzati dalle imprese in vari settori, dall'edilizia all'auto. La preoccupazione è che la restrizione della concorrenza possa portare, soprattutto per le Pmi dell'Europa meridionale, un aumento dei prezzi. Bruxelles intende valutare anche se ci possano essere effetti su offerta e prezzi di altri prodotti come l'acciaio a rivestimento metallico utilizzato per gli imballaggi.
Oltre al capitolo industriale, il confronto tra Ilva e Commissione resta aperto anche sul fronte ambientale. Mentre potrebbe essere preso chiusa la procedura che riguarda i fondi messi a disposizione dalla Stato per il risanamento dell'area, nuove perplessità sarebbero sorte a Bruxelles riguardo al piano di bonifica presentato dalla cordata guidata da ArcelorMittal.
Piano che verrebbe applicato su un arco di cinque anni, un periodo troppo esteso per porre fine a una situazione ritenuta assai critica non solo dagli ambientalisti e dai cittadini di Taranto.
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