Gli stati membri più avanzati sono infatti il Lussemburgo (88%, ma su appena 86 km di rete ferroviaria complessiva), Olanda (44%, su soli 822 km) e Belgio (38%, su 1.279). La Corte dei Conti ha riscontrato una serie di problematiche generalizzate a livello europeo che hanno portato a questi ritardi. Una di queste è la "carenza di coordinamento" tra l'attuazione dell'Ertms a terra e a bordo treno. In Polonia, ad esempio, il materiale rotabile dotato di questa tecnologia è stato acquistato ma opera solo su 218 km perché sul resto della rete i treni viaggiano con l'Ertms disattivato, dato che il resto delle infrastrutture a terra non è dotato del sistema. In Italia, invece, l'uso effettivo dei treni dotati di Ertms varia tra il 19% e il 63% in termini di treno/km, ma è limitato alle linee ad alta velocità.
Altra problematica, il fatto che i finanziamenti Ue pensati per aiutare gli stati membri a fare il salto tecnologico non sono stati spesi o lo sono stati solo minimamente, incluso in Italia. A livello Ue ben la metà dei fondi per le reti Ten-T dedicati all'Ertms sono stati disimpegnati, e in Italia questi schizzano al 94% (100% in Danimarca, 92% in Germania, 83% Spagna e così via). Questo perché, spiega la Corte dei Conti, il ciclo finanziario dei fondi Ue "non è allineato con il ciclo di vita dei progetti Ertms", causando così l'impossibilità da parte degli stati membri di beneficiarne effettivamente.
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