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Solare, scontro su taglio prezzi minimi Ue antidumping Cina

Solare, scontro su taglio prezzi minimi Ue antidumping Cina

Paesi e industria divisi. Produttori contro, filiera a favore

BRUXELLES, 08 settembre 2017, 19:14

Redazione ANSA

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Continua lo scontro in Europa sui dazi Ue antidumping sui pannelli solari provenienti dalla Cina, dove sia i 28 che l'industria sono divisi, con i produttori che denunciano un abbassamento eccessivo del prezzo minimo di importazione e le altre imprese della filiera che lo denunciano come ugualmente troppo alto. In una riunione degli esperti dei 28 in materia di commercio, la proposta della Commissione Ue di abbassare il prezzo minimo di importazione dei pannelli solari (tra l'altro rivisto al rialzo prima del voto) è stata opposta da 13 stati membri, uno solo la ha sostenuta mentre altri 14 si sono astenuti. Lo scorso febbraio Bruxelles aveva infatti deciso di prolungare i dazi antidumping di altri 18 mesi, prima della loro riduzione graduale. E' dal 2013, infatti, che Bruxelles ha introdotto il sistema del prezzo minimo (Mip) per sostenere i produttori europei di pannelli solari, ma è dal 2015 che le altre imprese della filiera che li utilizzano hanno chiesto la loro sospensione in quanto si sono trovate in crisi per la fiammata dei prezzi e il crollo della diffusione del solare. E' scontro quindi tra le due associazioni che rappresentano rispettivamente da una parte i produttori, Eu-ProSun, e dall'altra il settore del solare, SolarPower Europe. "I nuovi prezzi antidumping sono sotto i costi internazionali di manifatturazione, e sono di fatto essi stessi prezzi di dumping", ha attaccato il presidente di EU Prosun Milan Nitzschke, "questo rende la legislazione Ue antidumping una farsa". Di avviso altrettanto negativo ma per ragioni diametralmente opposte il presidente di SolarPower Europe Christian Westermeier: "Il nuovo prezzo minimo d'importazione fissa il prezzo dei pannelli solari a circa il 30% in più che il prezzo di mercato attuale, è difficile capire come questo possa preparare il phasing out delle misure l'anno prossimo", per questo "non c'è sostegno" tra l'industria e neanche tra gli stati membri.

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