Bruxelles identifica le debolezze dell'Italia nelle deboli connessioni tra le imprese e il pubblico-privato, nell'aspetto dei finanziamenti e sostegno in particolare con una spesa bassa in venture capital, e negli investimenti delle aziende in ricerca e sviluppo, innovazione e nuove tecnologie. Punti di forza, invece, si confermano gli asset intellettuali, ovvero le domande di registrazione di marchi e design, un sistema di ricerca attraente, in particolare le copubblicazioni scientifiche internazionali e le pubblicazioni più citate, nonché l'innovazione delle pmi, in particolare quella in-house. Hub di innovazione, nonostante l'Italia nel complesso sia indietro, si sono affermati in Piemonte e Friuli, la cui performance è però in calo rispettivamente dell'8% e del 10% rispetto a due anni fa. Nel primo, i punti di forza sono l'occupazione in settori ad alta conoscenza e imprese con prodotti o processi innovativi o che innovano in-house. Nella seconda, la presenza di pmi innovative in marketing, organizzazione, prodotti o processi e in-house.
A livello Ue occupa ancora una volta la posizione di testa di leader dell'innovazione la Svezia, seguita da Danimarca, Finlandia, Olanda, Gran Bretagna e Germania. Maglia nera Romania e Bulgaria, innovatori modesti, mentre Lituania, Malta, Olanda, Austria e Gran Bretagna sono i paesi in cui l'innovazione registra l'espansione più celere.
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