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Via libera Ue negoziato accordo libero scambio con Giappone

Industria auto lancia allarme: a rischio migliaia posti lavoro

Redazione ANSA BRUXELLES

BRUXELLES - Si' all'accordo di libero scambio tre Ue e Giappone: e' quanto hanno stabilito i ministri europei responsabili del commercio estero, dando mandato alla Commissione Ue di avviare le trattative. Secondo le stime della Ue, l'accordo di libero scambio col Giappone potrebbe valere per l'Europa circa 42 miliardi di euro all'anno, e farle guadagnare in termini di crescita 0,8% punti di pil. Inoltre, aumenterebbero gli export europei del 32,7%, mentre quelli giapponesi in Ue salirebbero del 23,5%. L'accordo farebbe anche bene all'occupazione perche' creerebbe circa 400.000 posti di lavoro.



Ma l'idea non ha l'unanimita' in seno al Consiglio, soprattutto per gli effetti negativi che lamentano le industrie dell'auto, che gia' avevano accusato perdite con l'accordo di libero scambio con la Corea del Sud entrato in vigore a luglio 2011. ''Dobbiamo sapere se l'accordo di libero scambio con la Corea del Sud sta dando tutti i benefici che tutti avevano previsto nel momento in cui l'abbiamo firmato, questa e' una buona cosa da fare anche dopo la sua applicazione ed e' un ottimo campanello d'allarme per il Giappone'', aveva detto l'ad di Fiat Sergio Marchionne a giugno scorso.


E in effetti oggi l'Acea, l'associazione europea dei costruttori automobilistici, e' tornata all'attacco lanciando un nuovo allarme: un accordo di libero scambio Ue-Giappone puo' causare la perdita in Europa di 35-73.000 posti di lavoro nel settore dell'auto. Studi indipendenti, sottolinea in una nota Ivan Hodac, segretario generale dell'associazione presieduta da Sergio Marchionne, hanno dimostrato che un accordo di libero scambio con il Giappone sarebbe, per l'industria europea dell'auto, ''una strada a senso unico'', ovvero avvantaggerebbe solo l'industria nipponica. ''Un'esperienza che abbiamo gia' fatto con un'analoga intesa con la Corea del Sud entrata in vigore un anno fa. Non ci sono giustificazioni - ha aggiunto Hodac - per esporre l'industria europea, uno dei principali pilastri del'economia Ue, a un nuovo accordo squilibrato con uno dei nostri principali concorrenti. E' arrivato il momento che l'Unione passi dalle parole ai fatti per difendere maggiormente la sue industrie''.



Uno dei punti cruciali dei negoziati, secondo l'Acea, deve essere l'effettiva eliminazione delle barriere non tariffarie all'import di auto esistenti in Giappone senza che esse vengano sostituite da altri accorgimenti protezionistici. Per questo l'Associazione chiede alla Commissione Ue, al Parlamento e ai Paesi membri di vigilare sull'effettivo conseguimento di passi in avanti su questo fronte e, se necessario, essere pronti a bloccare i negoziati.



In base a uno studio condotto dalla societa' di consulenza Deloitte per conto dell'Acea, l'aumento delle importazioni dal Giappone - stimato in 443 mila unita' entro il 2020 - non sarebbe compensato da quello delle esportazioni europee verso il Paese del Sol Levante, valutate in appena 7800 unita' in piu'.

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