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Berlusconi: Corte Strasburgo riceve opinione esperti

Con elenco 'garanzie minime' da dare in caso decadenza mandato

Redazione ANSA STRASBURGO
(ANSA) - STRASBURGO, 10 OTT - Prosegue a Strasburgo la marcia di avvicinamento alla prima e unica udienza, fissata per il 22 novembre prossimo presso la Corte europea dei diritti umani, sul ricorso di Silvio Berlusconi contro la legge Severino.

La Commissione di Venezia, organo d'esperti costituzionalisti del Consiglio d'Europa, su richiesta del presidente della Corte di Strasburgo ha pubblicato oggi la sua opinione sulle garanzie minime che uno Stato deve assicurare ai parlamentari sottoposti a una procedura per la decadenza del mandato. Secondo alcune fonti, dalla lettura delle dieci pagine del documento - che si basa sullo studio delle normative esistenti in 62 Paesi ed elenca i criteri da rispettare in questo tipo di procedure - emergerebbe che l'iter seguito in Italia sarebbe sostanzialmente in linea con le condizioni minime indicate dalla Commissione di Venezia. In ogni caso lo studio, definito in gergo 'amicus curiae', non ha l'obiettivo di schierarsi in favore o contro una delle parti in causa, ma di fornire informazioni utili ai giudici per valutare il caso. Il diritto del parlamentare a presentare i propri argomenti, a comparire in persona davanti al Parlamento e a essere assistito da un legale. La tenuta di un'audizione pubblica, e il carattere pubblico della decisione sulla decadenza del mandato.

Questi sono secondo la Commissione di Venezia i requisiti procedurali che devono essere garantiti negli stati in cui la decadenza del mandato parlamentare non è automatica, ma richiede una decisione del Parlamento perché divenga effettiva.

Secondo la Commissione questi criteri associati a "una composizione pluralistica della commissione parlamentare chiamata a decidere, e al fatto che questa sia un organo permanente del Parlamento", "prevengono il rischio che il potere discrezionale del Parlamento si trasformi in abuso politico", cioè che si decida la fine di un mandato in assenza delle condizioni legali necessarie. Nel documento si evidenzia anche che il potere discrezionale del Parlamento italiano (e di quello della Lituania) di decidere contro la decadenza di un mandato anche quando tutte le condizioni legali per farlo sono presenti non richiede l'introduzione di "altre salvaguardie". L'organo del Consiglio d'Europa in una nota fa esplicito riferimento al caso di Augusto Minzolini: la commissione per le elezioni e l'immunità parlamentare del Senato aveva raccomandato il 28 luglio 2016 di porre fine al suo mandato ma il Senato ha votato contro questa decisione il 16 marzo 2017. "Potere discrezionale tuttavia non significa potere arbitrario", afferma la Commissione di Venezia, specificando che mentre "il Parlamento può decidere di non mettere fine a un mandato anche quando tutte le condizioni per farlo sono presenti, sarebbe inammissibile e contrario allo stato di diritto se decidesse la decadenza di un mandato quando non vi sono le condizioni legali per farlo". Infine la Commissione di Venezia, evidenziando che non esiste alcuno standard comune, valuta "preferibile" che le condizioni per mettere fine a un mandato parlamentare siano contenute nella Costituzione o in una legge organica adottata dal Parlamento.

L'organo del Consiglio d'Europa afferma nel documento che "la legalità è il primo elemento dello stato di diritto, il che implica che le leggi devono essere rispettate da tutti, individui e autorità", e che quindi "l'esercizio del potere da parte di persone che hanno infranto in modo grave la legge mette a rischio questo principio, che è a sua volta un prerequisito della democrazia, e può quindi mettere in pericolo la natura democratica dello stato". Inoltre la Commissione di Venezia non accetta l'idea che mettere fine a un mandato parlamentare sia andare contro la volontà del popolo. I votanti di una circoscrizione sono solo una parte dell'intero corpo elettorale dalle cui scelte deriva la composizione del Parlamento. (ANSA).

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