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Migranti: Giro, dubbi su Dublino applicato a salvati in mare

Ue rifinanzi Fondo Africa e affianchi azione Italia in Libia

Redazione ANSA LUSSEMBURGO
(ANSA) - LUSSEMBURGO, 19 GIU - I dubbi sulla sostenibilità giuridica dell'applicazione del regolamento di Dublino alle persone salvate in mare, la necessità di rifinanziare e rendere permanente il Fondo della Valletta per l'Africa ed aumentare i finanziamenti per affiancare l'azione dell'Italia in Libia. Sono alcune delle "nuove idee" di cui il viceministro degli esteri, Mario Giro, ha portato nel dibattito sulla dimensione esterna dell' immigrazione tenuto al Consiglio esteri a Lussemburgo in vista del vertice europeo di giovedì e venerdì prossimi.

Nel corso del dibattito, l'alto rappresentante Federica Mogherini ha presentato - secondo quanto indicato da Giro - "un piano di avanzamento che effettivamente fa vedere alcuni miglioramenti, ma la situazione è ancora molto sotto pressione".

Tre i problemi che Giro ha indicato: "Prima di tutto, giuridicamente parlando applicare il regolamento di Dublino su persone salvata in acque internazionali non è detto che sia esattamente sostenibile. Secondo: rendere stabile il fondo della Valletta con un Fondo definitivo, rifinanziandolo, perché è l'unico mezzo che noi per adesso abbiamo per riuscire a controllare, e gestire un minimo i flussi, che effettivamente sono diminuiti dal Niger ma aumentano da altre parti perché è una situazione molto complessa. Terzo, la questione di aumentare i finanziamenti, in particolare sulla Libia con tutto lo sforzo che l'Italia sta facendo, sia al sud, sia con il governo ufficiale, sia con le altre entità, per arrivare ad accordi di gestione comune".

Giro ha poi affermato che "si sbloccherà" il Fondo europeo per gli investimenti, che in settimana dovrebbe completare il suo percorso interistituzionale a Bruxelles. "Lo ha detto anche Mogherini: a luglio sarà definitivo. Finalmente avremo uno strumento, ma ci vorrà qualche anno per vederne i frutti. E noi oggi abbiamo parlato solo del breve termine".

Nel Consiglio esteri è stato ribadito l'impegno europeo per sostenere con 50 milioni di euro gli sforzi della forza congiunta del G5 Sahel per il controllo delle frontiere, in funzione antiterrorismo e di controllo delle migrazioni.

"Abbiamo parlato di aiutarli nel training e nella loro capacità di mettere su delle forze che siano in grado di sostenere l'esistenza stessa di questi stati, che sono molto fragili.

Siamo in una situazione di equilibrio delicatissimo. Basta che un altro stato non riesca più a svolgere il suo mestiere di Stato, che avremo una seconda Libia. Noi vogliamo assolutamente tenere in piedi tutte le istituzioni e cercare di aiutarli".

(ANSA).

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