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Libertà di stampa non copre ascolti radio illeciti

Corte Strasburgo a Italia, sì condanna di chi intercettava

Redazione ANSA STRASBURGO
(ANSA) - STRASBURGO, 23 GIU - La condanna di tre giornalisti che illegalmente intercettavano le comunicazioni radio delle forze dell'ordine non ha violato il loro diritto alla libertà di stampa e d'espressione. L'ha stabilito all'unanimità la Corte europea dei diritti umani nella sentenza sul ricorso introdotto nel 2009 dal direttore, Claudio Brambilla, e due redattori, Daniele De Salvo e Fabrizio Alfano, del quotidiano telematico lecchese Merateonline. Nel ricorso i tre giornalisti hanno sostenuto che la perquisizione della loro auto e della redazione, il sequestro degli apparecchi radiofonici - da parte dei carabinieri nell'agosto del 2002 - e la loro condanna nel 2007 da parte della Corte d'Appello di Milano (confermata nel 2008 dalla Corte di Cassazione) hanno violato il loro diritto alla libertà d'espressione protetto dall'articolo 10 della convenzione europea dei diritti umani. Secondo Brambilla, De Salvo e Alfano queste misure sono state un'ingerenza sproporzionata nella loro libertà d'espressione, in particolare nell'ambito dell'accesso alle informazioni in quanto giornalisti. Ma i giudici di Strasburgo hanno stabilito il contrario. La Corte ritiene che tutte le misure prese nei loro confronti erano previste dalla legge e che le stesse misure avevano un fine legittimo. Nell'assolvere l'operato di carabinieri e magistratura la Corte di Strasburgo afferma inoltre che i giornalisti sono tenuti a operare in modo responsabile e che questa responsabilità "non riguarda unicamente il contenuto delle informazioni che raccolgono e diffondono ma anche la legalità del loro comportamento, in particolare nei loro rapporti con le autorità durante l'esercizio delle loro funzioni giornalistiche". I giudici sottolineano anche che "nonostante il ruolo essenziale che hanno i media in una società democratica, i giornalisti non sono in principio dispensati, in virtù della protezione che gli offre l'articolo 10 della convenzione europea dei diritti umani, dal dover rispettare le leggi".(ANSA).

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