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Visti Balcani in mirino Bruxelles, Paesi prendano misure

Sei stati membri, adottare meccanismo salvaguardia

Redazione ANSA BRUXELLES

Nuovo allarme a Bruxelles per il flusso di ''domande di asilo infondate'' in alcuni Paesi Ue da parte di cittadini di Serbia, Albania, Bosnia Erzegovina, Montenegro ed ex Repubblica jugoslava di Macedonia. La Commissione europea e' infatti ''estremamente preoccupata'', ha spiegato oggi Michele Cercone, portavoce del commissario Ue agli affari interni, Cecilia Malmstrom, per il trend che ha assunto il fenomeno. 

 

Il messaggio di Malmstrom ai Paesi dei Balcani interessati e' chiaro: ''La liberalizzazione dei visti e' una grande conquista - ha detto il suo portavoce - e concede una grande liberta', ma allo stesso tempo comporta anche un'enorme responsabilita', non solo dei governi ma dei cittadini''. Malmstrom chiede quindi ''misure forti'' in cambio della possibilita' di circolare liberamente nell'area di Schengen, per un periodo temporaneo di tre mesi.

 

A sollevare il problema sono adesso sei Stati membri dell'Ue (Belgio, Lussemburgo, Germania, Francia, Austria e Olanda) in una lettera, ''in cui chiedono di affrontare la questione in occasione del prossimo Consiglio affari interni dell'Ue del prossimo 25 ottobre'' ha confermato Cercone. Nel testo ''i ministri degli interni di questi Paesi - ha aggiunto il portavoce - hanno domandato di trovare al piu' presto possibile un accordo per l'adozione entro la fine dell'anno del 'meccanismo di salvaguardia', cioe' la reintroduzione dei visti in condizioni eccezionali''.

 

La clausola di salvaguardia consentirebbe cosi' ad uno Stato membro di dare lo stop al regime di liberalizzazione dei visti nei confronti di un altro Paese, ''secondo criteri specifici''. La situazione delle false domande di asilo all'Ue, che arrivano soprattutto per motivi economici, e' monitorata dalla Commissione europea dopo una precisa richiesta del Consiglio nel 2010 e da allora diversi sono stati gli appelli alle autorita' di Serbia, Albania, Bosnia Erzegovina, Montenegro ed ex Repubblica jugoslava di Macedonia, evidentemente senza ottenere i risultati voluti. 

 

Richiedere asilo senza le necessarie condizioni ''crea un problema al sistema e ostacola chi ne ha veramente diritto'' ha detto Cercone, che non ha voluto puntare il dito su nessuno dei cinque Paesi dei Balcani in particolare. Non avrebbe peso il fatto che la maggioranza dei richiedenti asilo 'abusivi' siano rom, visto che gli Stati membri dell'Ue ''sono tenuti a rispondere a tutte le domande, indipendentemente dalla provenienza etnica''. Intanto pero' il 'caso visti' dei Balcani e' tornato a farsi sentire e il rischio e' che la porta dell'Ue, faticosamente aperta negli ultimi tre anni ai cittadini serbi, albanesi, bosniaci, montenegrini e macedoni, torni a richiudersi.

 

 

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