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Al via Settimana europea delle Regioni a Bruxelles

Cretu apre a Italia: tra oggi e domani telefonata a Lezzi

Redazione ANSA BRUXELLES

BRUXELLES - Comincia nel segno dell'apertura alle richieste dell'Italia la Settimana europea delle regioni, l'evento organizzato ogni anno a Bruxelles dal Comitato europeo delle regioni (CdR) e dall'esecutivo comunitario. La commissaria Ue per la politica regionale Corina Cretu, aprendo l'evento, ha annunciato che "tra domani e dopodomani" telefonerà al ministro del Sud Barbara Lezzi "per capire cosa può adottare la Commissione entro fine anno" per venire incontro alle richieste del governo. Bruxelles ha accolto la richiesta di aumentare la sua quota di co-finanziamento per i programmi che utilizzano fondi strutturali, ma "sollecita" le autorità italiane a inviare le richieste con le modifiche "il prima possibile". "Siamo qui per aiutare. C'è apertura, ma abbiamo anche delle regole cui dobbiamo attenerci", ha però avvertito Cretu. La commissaria Ue ha anche rivendicato la proposta presentata da Bruxelles per la politica di coesione post-2020, che "non lascerà indietro nessuna regione". Non abbassare la guardia su eventuali "tagli" alle politiche di coesione nel prossimo bilancio pluriennale, che sarebbero "inaccettabili", è invece il messaggio che ha lanciato il presidente del Comitato europeo delle Regioni (CdR) Karl-Heinz Lambertz. Questo ha quindi ricordato la buona cooperazione del CdR con la Commissione ma, ha avvertito, "bisogna restare vigili" perché "nessuno sa esattamente quale sarà la somma finale" per il prossimo quadro finanziario pluriennale (Mff). 

 

Il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker ha quindi difeso la diversificazione delle competenze tra l'Ue e Stati, puntualizzando: "è sbagliata la percezione di quanti ritengono che la Commissione stia commettendo un eccesso di centralizzazione. Il livello più vicino al cittadino deve essere quello di regioni, comuni e stati. Solo quando" questi ultimi "non riescono a legiferare", ha spiegato, "può intervenire l'Unione europea". Il palco della Settimana europea delle regioni è stato anche l'occasione per lanciare un'invettiva contro i "populisti limitati" e i "nazionalisti stupidi", che secondo Juncker sono da distinguere dagli "euroscettici che hanno delle domande" e con cui si "deve alimentare un dibattito". 

 

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