Le regioni spagnole si uniscono
alla battaglia dei territori europei per la cancellazione del
legame esistente fra il rispetto delle regole di bilancio Ue da
parte dei governi nazionali e il taglio dei fondi strutturali. E
sostengono la posizione italiana che chiede l'esclusione dal
calcolo del Patto di stabilità dei cofinanziamenti nazionali ai
progetti che beneficiano dei fondi comunitari. È quanto emerge
dal documento redatto dalle regioni della Spagna, supportato
anche del Ministero delle finanze iberico. Il "non paper" è
stato presentato al Comitato europeo delle Regioni (CdR),
seguendo quanto già fatto da enti locali e governi di Italia,
Germania e Polonia.
Così come chiede l'Alleanza europea per la coesione promossa
dal CdR, i territori spagnoli ritengono che la politica di
coesione resti rivolta a tutte le regioni e "mantenga i suoi
livelli d'investimento" anche nel bilancio pluriennale per il
post 2020, sul quale si sta discutendo in questi mesi. Si chiede
quindi un "taglio radicale" della burocrazia per la gestione dei
fondi Ue, ma anche un "certo grado di flessibilità" per
eventualmente riorientare le allocazioni su nuove priorità.
Secondo i territori iberici la cosiddetta "condizionalità
macroeconomica" andrebbe abolita, perché "le regioni non sono
responsabili per il deficit nazionale", ed eventuali altre
sanzioni andrebbero trasformate in incentivi. Nessun riferimento
esplicito viene però fatto né al rispetto dello Stato di diritto
né a quello della solidarietà sui migranti, così come chiesto
dall'Italia.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA