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Ambiente: Corte Ue, ok valutazioni ex post su impatto opere

Purché non nascondano abusi. Caso Comune Castelbellino (Ancona)

Redazione ANSA BRUXELLES

BRUXELLES - Nel caso in cui la valutazione d'impatto ambientale (Via) di un'opera non sia stata fatta prima della sua costruzione, come previsto dalle norme Ue, se ne può prevedere una "postuma", purché questa non rappresenti un modo per eludere gli obblighi europei. Lo ha stabilito la Corte di giustizia Ue, chiamata a pronunciarsi dal TAR delle Marche su una vicenda che riguarda l'ampliamento di un impianto a biogas di proprietà di un'azienda agricola del comune di Castelbellino (Ancona).

 

Nel 2012, il nuovo impianto era stato autorizzato dalla Regione Marche senza realizzare una Via, in quanto aveva un potenziale termico inferiore a 1 MW. Dopo diverse vicissitudini giudiziarie, il Comune si è rivolto per la seconda volta al Tar sostenendo l'impossibilità, sulla base del diritto dell'Unione, di effettuare verifiche "postume". Il Tribunale amministrativo ha quindi sollevato la questione in via pregiudiziale davanti alla Corte Ue, che con la sentenza di ieri ha ricordato l'obiettivo primario delle Via: evitare fin dall'inizio inquinamenti e altre perturbazioni dell'ambiente.



Tuttavia, sebbene il diritto Ue non preveda conseguenze per chi omette di effettuarla, gli Stati hanno l'obbligo di adottare tutte le misure necessarie per porvi rimedio, compreso un esame "postumo" sulla necessità o meno di una Via. Questo è possibile purché la regolarizzazione non sia un modo per eludere gli obblighi comunitari e tenga in considerazione anche il concreto impatto ambientale eventualmente già verificatosi per effetto della costruzione. 

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