BRUXELLES, 30 NOV - La via d'uscita dalla Brexit non passa dalle istituzioni nazionali ed europee, ma da una più forte cooperazione fra i territori, anche con strumenti di governance "giovani" come le macroregioni. Nella prima giornata della plenaria del Comitato europeo delle Regioni (CdR) enti locali e regionali Ue hanno espresso i propri timori davanti al futuro incerto di un'Unione con 27 Stati membri, a partire dai tagli alle risorse finanziarie.
"Dobbiamo rispettare la decisione dei britannici e cercare di accompagnare questo processo nel modo migliore", ma servono garanzie su standard di vita, diritti dei cittadini e pace fra Nord e Sud dell'Irlanda, ha scandito davanti ai rappresentanti locali l'europarlamentare irlandese Brian Hayes.
Uno strumento privilegiato in mano ai territori per oltrepassare i confini che saranno ristabiliti con la Brexit sono le strategie macroregionali, che già oggi mettono insieme regioni Ue ed extra Ue, dai Balcani alla Svizzera. Serve una maggiore centralità di queste strategie nelle politiche europee, perché sono "il primo strumento concreto che va nella direzione di un'Europa costruita dal basso", ha evidenziato il presidente del Consiglio regionale della Lombardia, Raffaele Cattaneo, autore di un parere sul tema, approvato all'unanimità dalla plenaria. La migliore risposta a chi paventa tagli ai fondi è "dimostrare che sappiamo spendere bene i soldi e rispettare gli obiettivi che ci siamo dati", "per chi lo ha fatto non ci sono preoccupazioni", getta acqua sul fuoco il presidente del Molise Paolo di Laura Frattura, "ma la Brexit spaventa perché parti significative di popolazioni non hanno compreso l'importanza dello stare insieme". Anche questo, però, "probabilmente" dipende da una cattiva spesa dei fondi, chiosa il governatore.
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