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Robot Nao apre summit Regioni, da Ue 100 miliardi a innovazione

Robot Nao apre summit Regioni, da Ue 100 miliardi a innovazione

Lombardia e Veneto nella top ten per marchi e design

BRUXELLES, 12 ottobre 2015, 20:23

Redazione ANSA

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Il robot Nao © CoR - RIPRODUZIONE RISERVATA

BRUXELLES - Cento miliardi di fondi delle politiche di coesione Ue per innovare, nel periodo 2014-2020. A Nao, robot umanoide di 60 cm di altezza per quattro Kg di peso, il compito di introdurre il tema di apertura degli Open Days, grande laboratorio europeo per città e territori, promossa dal Comitato delle Regioni Ue e Commissione europea.

 

"Sono nato nel 2006 e interagisco con le persone: posso sostenere progetti per bambini con esigenze speciali e iniziative per gli anziani" ha spiegato Nao, protagonista della presentazione assieme ai commissari Ue alle politiche regionali, Corina Cretu e quello alla Ricerca e innovazione Carlos Moedas. La presenza del robot sul palco di Bruxelles non è casuale: Nao è figlio di un progetto finanziato con il Fesr della regione di Parigi (Ile de France), la stessa al vertice della top ten Ue per registrazione e applicazione di marchi di beni e servizi, oltre che del design di prodotti comunitari. Una classifica che vede in seconda posizione Londra (sia per numero di registrazioni, che per applicazioni di marchi made in Ue) seguita dalla Lombardia, mentre il Veneto si piazza rispettivamente in settima e nona posizione. Quando si tratta di design dei prodotti la Lombardia sale invece al secondo posto, il Veneto al quinto e l'Emilia Romagna al settimo.

 

"Per il periodo 2014-2020 sono previsti 100 miliardi di euro di investimenti del Fondo europeo di sviluppo regionale per ricerca e innovazione, inclusi oltre 32 miliardi per sostenere Pmi, start up e imprenditori" ha spiegato Cretu. Grazie in particolare al nuovo piano del 'marchio di eccellenza', le Regioni potranno cofinanziare con i fondi regionali progetti di eccellenza già selezionati dal programma Horizon 2020, ma esclusi da quel finanziamento.

 

Ma per l'Italia il timore sta nella scelta a monte dei progetti. In Europa le Pmi "hanno fino a 500 dipendenti, quindi è difficile ritenere che aziende con 10/20 dipendenti siano incubatrici di grandi innovazioni: il nostro obiettivo è difendere questa nostra specificità" sottolinea il presidente del Consiglio regionale della Lombardia, Raffaele Cattaneo.

 

L'Unione europea per il periodo 2014-2020 ha cercato di promuovere una 'specializzazione intelligente' per l'assegnazione dei fondi strutturali europei. Il risultato, secondo Roberta Capello, docente di economia regionale al Politecnico di Milano, "è che questa strategia ha finito per scivolare in specializzazione industriale" favorendo le regioni già più avanzate, "quando dovrebbe andare al di là delle politiche settoriali e in aree più legate a settori tradizionali o dove l'attività industriale non c'è, andare al servizio di progetti di sviluppo territoriale".

 

La priorità chiave, a livello locale, è che l'innovazione "sia in grado di stimolare l'economia, che si traduca in imprese competitive e in più posti di lavoro maggiormente qualificati" sottolinea la presidente dell'Umbria, Catiuscia Marini.

 

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