BRUXELLES - L'Ue ha fatto progressi sulla lotta ai batteri resistenti agli antibiotici negli allevamenti. Ma l'impatto sulla salute dei cittadini della farmaco-resistenza ed i suoi costi per i sistemi sanitari restano alti. Lo afferma un rapporto della Corte dei conti europea, che ha preso in esame le misure a livello Ue per contrastare il fenomeno. I batteri che non rispondono al trattamento con antibiotici causano 33 mila morti l'anno in Europa, con infezioni contratte principalmente in ospedali e in altre strutture sanitarie, e maggiori costi da 1,5 miliardi. Lunedì è la Giornata europea di sensibilizzazione sulla resistenza agli antibiotici.
I revisori Ue indicano miglioramenti della situazione in seguito alle misure a livello nazionale e Ue soprattutto negli allevamenti, con le vendite di antibiotici a scopo veterinario che sono calate del 20% dal 2011 al 2016. L'Italia ha visto una riduzione di quasi il 21%, ma resta ancora tra i paesi Ue con le vendite più alte, dopo Cipro e Spagna. "Anche se si sono registrati alcuni progressi in campo veterinario - ha affermato Nikolaos Milionis, il Membro della Corte dei conti europea responsabile della relazione - la Commissione europea, assieme agli Stati membri, deve intensificare ulteriormente gli sforzi per far fronte a questa crescente minaccia". La Corte raccomanda alla Commissione di continuare l'azione sugli animali da fattoria, ma anche di aumentare i finanziamenti sia in azioni di sensibilizzazione sul terreno, sia per la ricerca.