BRUXELLES - Parte da Pordenone e dal Friuli Venezia Giulia il tentativo dell'Unione europea di dotarsi di nuovi strumenti finanziari capaci di far collaborare amministrazioni pubbliche e investitori privati per finanziare progetti con impatto sociale. Sono state presentate oggi a Bruxelles le conclusioni del progetto 'AlpSib', partito nel 2016 all'interno del programma transfrontaliero 'Interreg Spazio alpino', che sotto la guida del Comune di Pordenone ha coinvolto il Polo Tecnologico della città, la Regione Valle d'Aosta, Finpiemonte, l'italiana Next-Level e altri nove partner in Francia, Austria, Germania e Slovenia.
"Ogni partner si è concentrato sulle esigenze sociali che riteneva più importanti per il proprio territorio. Noi abbiamo scelto i 'neet' (giovani che non lavorano, non cercano un impiego e non studiano, ndr) e gli anziani", spiega Guglielmina Cucci, assessore con delega ai fondi Ue del Comune di Pordenone, che ha partecipato all'incontro - aperto con un videomessaggio dell'assessore al Lavoro del Fvg, Alessia Rosolen - insieme con la responsabile amministrativa, Anna Ulian. Il progetto finanziato con 2,15 milioni di euro totali, 1,83 dei quali provenienti dal Fesr, ha permesso di elaborare una modalità contrattuale pubblico-privato omogenea per tutto l'arco alpino, catturando l'attenzione delle istituzioni Ue. L'idea di base è far anticipare agli enti privati gli investimenti in progetti ad impatto sociale, salvo rimborsarli una volta raggiunti gli obiettivi legati allo stesso progetto. Terminata la parte di preparazione metodologica, AlpSib vorrebbe ora passare alla fase pilota di utilizzo dei nuovi contratti a impatto sociale (Sib). Pordenone, ad esempio, vorrebbe sfruttarli per realizzare uno spazio di aggregazione per giovani e anziani.
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