ROMA - L'Irlanda "non desidera" ritardare i colloqui per la Brexit della Gran Bretagna. Lo ha detto il vice primo ministro irlandese Simon Coveney, aggiungendo però che finora non sono stati fatti progressi sufficienti sulla questione delle frontiere con l'Irlanda del Nord. L'intera isola "è vulnerabile ed esposta ad un cattivo risultato della Brexit", ha detto Coveney, citato da Bcc news online, che nota come si tratti di commenti che arrivano ad una settimana di distanza dalla cruciale decisione che stabilirà se Londra e Unione Europea potranno passare alla proddima fase dei negoziati sulla Brexit.
"Nei negoziati sulla Brexit, i soldi sono uno dei problemi, ma non il più grande", ha affermato Manfred Weber, capogruppo dei Popolari Europei, alla vigilia dell'incontro tra il presidente della Commissione europea, Jean Claude Juncker, e la premier britannica, Theresa May, in programma oggi a Bruxelles. "Siamo molto più preoccupati per il fatto che finora i negoziati sono in stallo sulla protezione dei diritti dei cittadini della Ue dopo la Brexit e sul caso Irlanda", ha affermato ancora Weber, in una nota, in cui aggiunge che "le nostre linee rosse sono molto chiare sin dall'inizio e non le cambieremo solo perché le discussioni sugli aspetti finanziari hanno fatto progressi. In gioco ci sono le vite di milioni di famiglie". "Se nei prossimi giorni non verrà preso un chiaro impegno su queste questioni, il Ppe non sarà pronto a valutare i progressi raggiunti come sufficienti per entrare nella seconda fase del negoziato", ha concluso Weber.
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