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Ue: Stati Unione puntano su crescita, compatibile con rigore

Integrazione politica e non solo politiche bilancio

Redazione ANSA Firenze

Link video - Crisi: l'Europa riparte da Firenze

 

Link video - Barnier: per affrontare sfide ascoltare gente


Link video - Barnier: Monti impone misure di cui Italia ha bisogno

 

FIRENZE - La crescita, chiave di volta di una crisi che sta spazzando via pezzi di stati, imprese e vite, non e' un puzzle impossibile ma e' perfettamente conciliabile con la disciplina di bilancio dettata dall'ortodossia doc, anche se l'Europa deve puntare piu' in alto: a quell'integrazione politica che non riesce a decollare. E' il messaggio che arriva da Firenze, al termine della prima giornata della Conferenza sullo Stato dell'Unione - organizzata dall'Istituto universitario europeo - che ha riunito a Palazzo Vecchio il gotha dell'Unione europea, economisti e banchieri ma soprattutto il premier Mario Monti, per quasi quattro ore sotto i riflettori delle telecamere e sotto quelli di interlocutori e speakers. I puntini sulle 'i' li ha messi da subito il presidente della repubblica, Giorgio Napolitano, che in un breve messaggio ha ribadito che l'integrazione Ue non si puo' fermare ''alle politiche di bilancio'' ma deve ''promuovere convergenze tra le economie'' per una ''piu' intensa e sostenibile crescita''.
 

 

''E tutto cio' richiede il superamento di ogni remora allo sviluppo dell'unione politica, assicurandone anche le indispensabili basi istituzionali''. Obiettivo complicato: ma da qualche parte si deve pur ricominciare. Il premier si e' mostrato fiducioso sul fatto che l'Italia ''sapra' dare un aiuto a tutta la Ue a trovare rapidamente una via sostenibile e significativa per la crescita'' e manda un rassicurante messaggio ad Angela Merkel e Francoise Holland che, all'indomani delle elezioni francesi, devono comunque trovare nuovi equilibri.

 

Il governo italiano ''non ha nessuna intenzione di sovvertire i principi della disciplina di bilancio'',dice Monti alla cancelliera tedesca. E da' il ''benvenuto'' dell'Italia al ''calore'' e all''insistenza'' che il neo presidente francese Hollande ha posto sulla crescita, assolutamente ''conciliabili con la disciplina di bilancio''. Della stessa opinione il presidente della Commissione europea Jose' Manuel Durao Barroso, accolto - come Monti - nel Cortile della Dogana di Palazzo Vecchio dagli squilli delle antiche 'chiarine' suonate dai figuranti del Corteo Storico della 'Repubblica Fiorentina'. ''La crisi ha evidenziato che la crescita e la stabilita' vanno mano nella mano'' e' l'idea di Barroso, perche' ''un Paese non puo' avere una crescita economica sostenibile ne' creare lavoro ne' avere un welfare sostenibile se il suo debito continua ad avvitarsi fuori controllo''.
 

 

E se il commissario per il Mercato interno Michel Barnier avverte che ''non si fa crescita accumulando debiti sulla schiena dei nostri figli'', il collega Olli Rehn, commissario alle Politiche economiche e monetarie, puntualizza che ''dobbiamo mantenere la barra stabile sulla stabilizzazione e al tempo stesso rafforzare l'azione per far ripartire una crescita sostenibile e la creazione di posti di lavoro''.
 

 

Fabrizio Saccomanni, direttore generale di Bankitalia, sposta l'attenzione sulle banche, costantemente sotto accusa, e chiede che ''la Bce dovrebbe essere autorizzata a svolgere un ruolo piu' attivo per la stabilizzazione dei mercati'', mentre Fulvio Conti, ad di Enel, ritiene che ci sia bisogno di ''un'architettura europea piu' snella e flessibile, dove gli interessi nazionali siano rimpiazzati da una visione europea comune, integrata e rivolta al futuro, che sia orientata essenzialmente alla crescita''. E Luca Cordero di Montezemolo, presidente Ferrari, forse con un occhio alle elezioni amministrative, asserisce che il populismo ''sara' sconfitto con lo sviluppo'', una necessita' urgente perche' oggi in Italia ''il consenso per l'integrazione europea rischia di cadere vittima della reazione popolare alla crisi''.

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