"Sono stati fatti ulteriori progressi nel ripristino dei bilanci" delle banche europee, dove "ha continuato a migliorare la qualità del portafoglio dei prestiti". Lo ha affermato il presidente dell'Eba Andrea Enria in audizione all'Europarlamento, ricapitolando le cifre del recente rapporto dell'autorità di supervisione europea. La ratio degli Npl è infatti scesa di 90 punti base rispetto a giugno 2016, per arrivare al 4,5%. Lo stock dei prestiti deteriorati è quindi sceso, ma "resta a 900 miliardi di euro al livello Ue, con una ratio superiore al 10% in otto Paesi". L'Italia, secondo quanto emerge dal rapporto dell'Eba, resta tra questi al sesto posto dietro a Grecia, Cipro, Portogallo, Slovenia, Bulgaria, e davanti a Irlanda e Ungheria. A inizio luglio gli Npl erano ancora a circa mille miliardi per i 28, con 10 stati sopra il 10%, fra cui appunto l'Italia. "E' importante", ha sottolineato Enria, "che si facciano ulteriori progressi finché la liquidità dei mercati è elevata, gli investitori cercano yeld e i tassi d'interessi sono bassi a livello record".
In ogni caso anche l'Eba continua a lavorare sulla questione per "migliorare l'efficienza dei mercati secondari" per gli asset deteriorati con diverse iniziative, di cui alcune sotto la guida della Commissione Ue. Inoltre, ha ricordato il presidente dell'Auhtority bancaria europea, "stiamo cominciando a lavorare su linee guida per rafforzare la gestione degli Npl, a partire dal buon lavoro fatto dalla Bce così come dall'istruzione dei prestiti, monitoraggio e governance interna".
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