Venerdì fonti governative greche avevano annunciato di aver inviato a Bruxelles una lista di 18 misure, che per il 2015 dovrebbero portare un beneficio di 3-3,5 miliardi nelle casse elleniche. Ma se da Bruxelles si segnala un "impegno più costruttivo" di Atene, dopo "i recenti confronti politici" (il riferimento è al mini-summit tra Tsipras, Draghi, Juncker, Merkel, Hollande, Dijsselbloem e Tusk, a margine del vertice dei leader dei 28 della settimana scorsa, e la visita del premier greco a Berlino, lunedì, con un incontro di oltre cinque ore con la Cancelliera) "le discussioni però sono solo all'inizio", spiegano fonti dell'Eurogruppo. Per il momento è "improbabile" una riunione dei ministri dell'Eurozona a breve, anche perché questa sarà convocata solo dopo che il Brussels Group, cioè l'ex Troika, avrà approvato la lista definitiva.
Lo stato dell'arte è ancora quello della "messa a punto di proposte per preparare una lista completa" che attui gli impegni presi nell'Eurogruppo del 20 febbraio.
In pratica quello che si sta discutendo a Bruxelles tra i tecnici greci e quelli dell'ex Troika, è una bozza di lista, ovvero un primo elenco di provvedimenti che i greci sono disposti a prendere. Le istituzioni ascoltano le proposte greche, e forniscono supporto e aiuto per renderle coerenti con l'accordo di febbraio. In sostanza l'ex Troika, e quindi l'Eurogruppo, si aspetta che Atene inserisca nella sua lista definitiva delle riforme che siano neutre sul bilancio e che assicurino delle entrate adeguate. Per questo vorrebbero che vi fossero impegni sulle privatizzazioni e l'aumento dell'iva.
Dalla lotta a evasione e corruzione, secondo le istituzioni, non si avrebbe un ricavo certo e quantificabile, e le recenti misure umanitarie varate da Atene devono essere coperte adeguatamente, per questo l'ex Troika si era detta contraria all'iniziativa del Governo.
Intanto, secondo indiscrezioni del settimanale tedesco Der Spiegel, il Brussels Group non si aspetta che la Grecia riesca a centrare l'obiettivo di un avanzo primario del 3% quest'anno.
L'obiettivo era stato fissato dal precedente governo conservatore di Antonis Samaras, ma "molto probabilmente non se ne farà nulla". Inoltre il quadro finanziario del Paese è peggiorato da gennaio perché il governo Tsipras non ha fatto riforme.
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