BRUXELLES - Aumentano le tutele per i lavoratori che si ammalano. La Corte di giustizia Ue ha stabilito che le malattie inabilitanti, indipendentemente dal fatto che siano curabili o meno, ai fini del lavoro vanno considerate come veri e propri ''handicap'' quando comportano ''limitazioni di lunga durata'' come risultato di ''menomazioni fisiche, mentali o psichiche''. Per i giudici di Lussemburgo devono quindi essere prevista anche la riduzione dell'orario per consentire di continuare a svolgere il lavoro.
La Corte, che si e' espressa sul caso di due lavoratrici danesi, osservando che la direttiva europea del 2007 ''non ammette una disposizione nazionale che prevede che un lavoratore possa porre fine al contratto di lavoro con un prevviso ridotto qualora il lavoratore disabile sia stato assente per malattia per 120 giorni nel corso degli ultimi 12 mesi'' quando ''tali assenze siano la conseguenza dell'omessa adozione, da parte del lavoro, di misure di adattamento adeguate e ragionevoli per consentire alla persona disabile di lavorare''.
I giudici comunque osservano che ''spetta al giudice nazionale valutare se, nella specie, la riduzione dell'orario di lavoro quale misura di adattamento rappresenti un onere sproporsionato per i datori di lavoro''.