In caso di penuria urgente di
gas, un Paese Ue potrà chiedere un aiuto transfrontaliero ai
partner comunitari secondo un sistema di cooperazione regionale
basato su "gruppi di rischio". E' questa la principale novità
approvata oggi dal Parlamento Ue con il voto, 567 sì, 101 no e
23 astensioni, sul nuovo regolamento sulle misure volte a
garantire la sicurezza dell'approvvigionamento di gas, un testo
che ha l'obiettivo di evitare il ripetersi in futuro delle crisi
del gas come quelle del 2006 e del 2009 dovute alle tensioni tra
Russia e Ucraina. Questo diventerà operativo dopo l'accordo da
parte del Consiglio Ue.
Un paese che si dovesse trovare a corto di gas per case,
installazioni pubbliche e sociali come gli ospedali, potrà così
attivare un meccanismo di solidarietà e chiedere l'intervento
degli altri partner comunitari secondo uno schema basato su tre
soglie di crisi: allerta precoce, allerta ed emergenza. Lo stato
interessato dovrà informare la Commissione Ue e gli altri Paesi
che fanno parte del suo gruppo di rischio, fornendo in cambio
piena trasparenza sui suoi livelli di approvvigionamento e sui
suoi contratti di fornitura.
Secondo la proposta approvata dal Parlamento Ue, l'Italia fa
parte di sei gruppi di rischio: quello della via orientale,
tramite l'Ucraina, quello della via del Mare del Nord, tramite
la Norvegia, i due delle vie del Nord Africa, via Algeria e
Libia, e i due della rotta Sud-Est, tramite il corridoio Sud
europeo e quello del Mediterraneo orientale.
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