La Commissione Ue avanza nella
direzione della costruzione del Nord Stream 2, chiedendo un
mandato ai 28 per negoziare con la Russia il quadro legale della
costruzione della parte offshore in modo che rispetti le regole
europee sulle infrastrutture energetiche. La Commissione Ue ha
infatti formalmente inoltrato la sua richiesta al Consiglio,
dove però i Paesi dell'Est sono contrari al controverso progetto
così come lo stesso presidente Donald Tusk, che ha già scritto
una lettera a Juncker sottolineando che questo non è
nell'interesse Ue. Il raddoppio del gasdotto che pompa il metano
russo in Europa passando per la Germania e bypassando l'Ucraina,
ha la parte di tubi che passano sotto il mare situata al di
fuori del territorio Ue, quindi non sottoposta al Terzo
Pacchetto energia. Bruxelles vuole quindi negoziare con Mosca
che questa parte di infrastruttura "non avvenga in un vuoto
legale" ma rispetti i principi di non discriminazione tariffaria
e di accesso, separazione tra le attività di fornitura e
trasmissione, e trasparenza nella gestione.
"Come abbiamo già detto diverse volte, il Nord Stream 2 non
contribuisce agli obiettivi dell'Unione dell'energia, ma se il
gasdotto viene comunque costruito dobbiamo almeno essere sicuri
che sia gestito in modo trasparente e in linea con le regole
principali del mercato Ue dell'energia", ha dichiarato il
vicepresidente della Commissione Ue per l'Unione dell'energia
Maros Sefcovic. "Come qualsiasi altro progetto infrastrutturale
nell'Ue, il Nord Stream 2 non può e non deve operare in un vuoto
legale o solo in base alla legislazione di un Paese terzo", ha
quindi fatto eco il commissario Miguel Canete.
Bruxelles aveva già difeso la sua mossa negli scorsi giorni
sostenendo che la Commissione è "un'istituzione basata sul
diritto e quindi non può prendere decisioni arbitrarie a favore
o contro un progetto" altrimenti finirebbe "davanti alla Corte
di giustizia". "Siamo fiduciosi che il Consiglio ci darà un
mandato chiaro per negoziare", ha ribadito oggi un portavoce
della Commissione, ricordando che "si possono avere preferenze
politiche e il presidente Juncker ha già espresso le sue, ma
come istituzione siamo tenuti ad agire secondo le regole".
Vi è già stato un precedente a questo tipo di operazione,
riferisce Bruxelles: nel 2011, per la realizzazione della
Trans-Caspian Gas Pipeline, quando la Commissione chiese al
Consiglio il mandato per negoziare con Azerbaigian e
Turkmenistan.
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