Una "buona visita" esplorativa
negli Usa e "un'atmosfera eccellente" con il neo segretario
all'energia Rick Perry, ma per il momento "è prematuro dire se
gli Stati Uniti lasceranno definitivamente o resteranno
nell'accordo di Parigi" sul clima in quanto "la discussione è in
corso" all'interno della stessa amministrazione Trump. E' quanto
ha riferito in un incontro ristretto con la stampa a cui l'ANSA
ha partecipato il vicepresidente della Commissione Ue all'Unione
dell'energia Maros Sefcovic, dopo la sua visita a Houston e
Washington. "Stanno valutando tutti gli aspetti, capiscono
l'importanza diplomatica di esserci nelle discussioni e hanno
capito che l'Europa" proseguirà su questa strada, ha spiegato,
ma il vero nodo è "come portare nella loro valutazione l'aspetto
del business" dell'energia pulita e quindi del valore aggiunto
su crescita e occupazione. Le società energetiche americane,
anche quelle petrolifere e del gas, spingerebbero infatti per
non abbandonare la parte 'verde' delle loro attività. Un altro
aspetto è che al momento manca di fatto un interlocutore nel
pieno delle sue capacità: "la maggior parte dei posti
nell'amministrazione è ancora vacante, e sarà riempita solo
entro ottobre", ha spiegato Sefcovic, che è però stato
"rassicurato" dal vedere presenti a fianco di Perry "alcuni"
'volti noti' già presenti sotto la precedente amministrazione
Obama. Gli esperti del settore che sono rimasti anche con
l'attuale amministrazione vorrebbero infatti che gli Usa non
uscissero dall'accordo Onu sul clima, ma la 'conditio sine qua
non' è trovare una buona 'narrativa' politica da portare sul
tavolo di Trump che evidenzi gli effetti positivi degli impegni
presi a Parigi su crescita ed occupazione. In ogni caso secondo
Sefcovic il neo segretario Usa all'energia "si è mostrato molto
a favore dello sviluppo di tutte le fonti energetiche, incluse
quelle pulite", vista anche l'eccellenza nel settore di
California e Texas, e quindi ne "capisce la giustificazione
economica". Perry, "un politico esperto che porterà un forte
potere politico al Dipartimento dell'energia" secondo il
vicepresidente della Commissione Ue, ha però espresso più che
altro interesse a sviluppare l'esistente Consiglio energia
Ue-Usa in una cooperazione sulle nuove tecnologie del settore.
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