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Bruxelles, tutti leader siano presenti a vertice Ue-Balcani

Bruxelles, tutti leader siano presenti a vertice Ue-Balcani

Portavoce, nomina ministro in Kosovo non conforme a Costituzione

02 dicembre 2022, 20:00

Redazione ANSA

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Bruxelles, tutti leader siano presenti a vertice Ue-Balcani - RIPRODUZIONE RISERVATA

BRUXELLES - Il vertice Ue-Balcani occidentali in programma la settimana prossima a Tirana "è un vertice molto importante, ci aspettiamo che tutti i leader della regione siano presenti insieme alle istituzioni europee e agli Stati membri". Così il portavoce della Commissione europea Eric Mamer, rispondendo ad una domanda sull'intenzione del presidente serbo, Aleksandar Vucic, di non partecipare al summit di Tirana in segno di protesta contro la nomina di Nenad Rasic a ministro per le Comunità e il Ritorno nel governo del Kosovo.

Sulla questione in sé è tornato Peter Stano, portavoce dell'alto rappresentante Ue per la politica estera, Josep Borrell, che ha sottolineato come tale nomina "non soddisfi i requisiti costituzionali". "È fondamentale che tutte le nomine ministeriali avvengano in conformità con la Costituzione del Kosovo" ha spiegato il portavoce, aggiungendo che "l'Ue e gli Stati membri chiedono al Kosovo di garantire il pieno rispetto di tutti i passaggi procedurali previsti nelle nomine di ministri che rappresentano le comunità non maggioritarie". "Da una lettura preliminare" risulta che "la nomina non soddisfa i requisiti costituzionali", ha spiegato Stano, aggiungendo che l'ultima parola spetta alla Corte costituzionale.

"La situazione della sicurezza sul campo è molto fragile" ha ricordato Stano, ribandendo ancora una volta che "qualsiasi azione" foriera di nuove tensioni "deve essere evitata". Il premier kosovaro, Albin Kurti, ha deciso di nominare Rasic, esponente serbo schierato all'opposizione, a capo del ministero per le Comunità e il Ritorno, rimasta vacante dopo le dimissioni di Goran Rakic, leader della Srpska Lista, partito legato a Belgrado e al presidente serbo Vucic.

Nelle settimane scorse i funzionari kosovari di etnia serba si sono dimessi in massa da incarichi pubblici in segno di protesta contro l'obbligo di reimmatricolazione delle auto con targa serba introdotto dalle autorità di Pristina nella cosiddetta guerra delle targhe. La crisi sembrava rientrata con il raggiungimento di un accordo a Bruxelles la settimana scorsa, ma con la nomina del nuovo ministro, le tensioni sono destinate a riaccendersi.

Intanto nella bozza delle conclusioni del vertice la gestione dell'immigrazione viene definita come "una sfida comune che l'Ue e i Balcani occidentali affronteranno insieme, in stretta collaborazione". Nel testo si sottolinea la necessità di "un impegno costante ed esteso per far fronte all'immigrazione irregolare, inclusi il traffico e la tratta di esseri umani".

"L'Ue resta impegnata a sostenere la regione, sia politicamente che finanziariamente" e a questo proposito "intende aumentare sostanzialmente i finanziamenti ai Balcani occidentali per i prossimi anni", si legge. "Dato l'aumento della pressione migratoria nella regione - recita il testo - la nostra azione congiunta, che comprende un forte sostegno finanziario da parte dell'Ue attraverso programmi dedicati, si concentra sul rafforzamento della protezione delle frontiere, sulla lotta alle reti di trafficanti e ai gruppi della criminalità organizzata, nonché sull'accelerazione dei rimpatri dai Balcani occidentali verso i Paesi di origine". Nella dichiarazione si sottolinea l'importanza di allineare la politica dei visti dei Paesi partner dei Balcani occidentali a quella dell'Ue, questione che riguarda in particolare la Serbia, per "il buon funzionamento generale e la sostenibilità dei regimi di esenzione dal visto tra i Balcani occidentali e l'Ue". Ai partner viene chiesto di migliorare i propri sistemi di rimpatrio, inclusa la conclusione di accordi di riammissione con i principali Paesi di origine e di essere disponibili alla cooperazione reciproca con l'Unione sui rimpatri.

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