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Autostrade: esposto di Allianz all'Ue contro il Milleproroghe. De Micheli: 'Milleproroghe non viola patti'

Il colosso tedesco, tra gli azionisti di Autostrade per l'Italia, ricorre alla Commissione contro la modifica unilaterale dei contratti di concessione

Redazione ANSA

BRUXELLES - Il colosso assicurativo tedesco Allianz, tra gli azionisti internazionali di Autostrade per l'Italia, ha presentato alla Commissione Europea un esposto contro la modifica unilaterale dei contratti di concessione autostradale introdotta dal governo italiano con il decreto Milleproroghe, che apre la strada all'ipotesi di revoca della concessione della società. E' quanto apprende l'ANSA.

Con la norma sulle concessioni autostradali contenuta nel Milleproroghe "non vi è stata alcuna violazione del principio 'pacta sunt servanda' né una modifica, in senso retroattivo, di una regolamentazione di tipo pattizio", ha detto la ministra delle infrastrutture Paola De Micheli in audizione alla Camera. "Vieppiù - ha aggiunto - in considerazione del fatto che la disposizione è destinata ad esplicare i propri effetti riguardo ai provvedimenti di decadenza, di revoca o di risoluzione delle concessioni adottati in data successiva al 31 dicembre 2019".

Con la norma sulle concessioni autostradali contenuta nel Milleproroghe "in sintesi, si è provveduto ad eliminare attraverso una disposizione di legge una situazione di privilegio attribuita, sempre per legge, ad alcuni concessionari". Lo ha detto la ministra delle infrastrutture e trasporti Paola De Micheli in audizione alle commissioni riunite affari costituzionali e bilancio della Camera sul decreto Milleproroghe.

"La decisione della revoca o meno sulla vicenda Aspi non è stata presa dal Governo. Oggi non c'è una decisione. La sottoscritta sta terminando, insieme agli uffici, di scrivere la relazione finale che presenteremo alla compagine di Governo".

In particolare, nell'esposto si segnala che l'art. 35 del decreto legge Milleproroghe contrasta con la normativa comunitaria, che garantisce il rispetto dei contratti in essere e la loro non modificabilità unilaterale da parte di un esecutivo di un Paese membro. Nell'esposto verrebbe inoltre segnalata la violazione del principio comunitario 'pacta sunt servanda', che fu alla base della procedura di infrazione aperta nel 2006 da Bruxelles nei confronti dell'Italia, quando l'allora ministro Di Pietro modificò i contratti di concessione autostradale per legge.

L'esposto di Allianz si aggiunge alle lettere già inviate sullo stesso tema in questi giorni alle istituzioni comunitarie e italiane da alcuni azionisti del Gruppo Atlantia, come il Gic Fund, il fondo sovrano di Singapore, e da altri azionisti internazionali di Aspi, tra cui il fondo cinese Silk Road Fund. "Questa misura - recitano le due lettere - è ragione di seria preoccupazione per noi e per l'intera comunità degli investitori in quanto compromette del tutto la prevedibilità normativa, scoraggiando gli investimenti e restringendo senza giustificazione la libera circolazione dei capitali"

Le iniziative degli azionisti di Atlantia e Aspi evidenziano il profondo malessere degli investitori internazionali che avevano investito sulla holding e sulla sua concessionaria facendo affidamento su regole certe, che davano ai loro investimenti prospettive di rendimento che rischiano di essere stravolte dalla modifica della concessione.

Anche il direttore generale di Aiscat Massimo Schintu in audizione sul Milleproroghe alle commissioni riunite affari costituzionali e bilancio della Camera sottolinea che alcune azioni del governo non sono coerenti con l'Europa.  "Sui rapporti tra l'Italia con la commissione Europea, non mi pare di poter considerare alcune azioni di questo governo coerenti con il dettato comunitario". 

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