Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Italia in difesa su nomine, cerca minoranza blocco

Italia in difesa su nomine, cerca minoranza blocco

Gozi, bluff disperato Conte su veto. Vestager, Italia presuntuosa

24 giugno 2019, 08:47

Redazione ANSA

ANSACheck

Italia in difesa su nomine, cerca minoranza blocco - RIPRODUZIONE RISERVATA

BRUXELLES - Tentare, se necessario, di formare una minoranza di blocco per influenzare di più la scelta del successore di Jean-Claude Juncker e acquisire potere negoziale anche nella trattativa sulla procedura di infrazione. Dai messaggi lanciati dal premier Giuseppe Conte all'ultimo Consiglio europeo, l'Italia non esclude una mossa di questo genere nel quadro della difficile partita che sta giocando su più tavoli a Bruxelles. Il trattato sull'Unione europea parla chiaro: per eleggere il presidente della Commissione europea basta una maggioranza qualificata, vale a dire il voto favorevole del 55% degli Stati membri che rappresentino almeno il 65% della popolazione dell'Ue. Ma qualora si formasse un'alleanza tra almeno quattro Paesi che rappresentano il 35% della popolazione Ue - come potrebbe essere il caso dell'Italia e del gruppo di Visegrad (Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia) più la Gran Bretagna (anche una sua eventuale astensione verrebbe considerata come un voto contrario) - si formerebbe una minoranza in grado di bloccare la proposta sul tavolo.

Un altro scenario ipotetico potrebbe vedere l'Italia allearsi ad un Paese di peso come la Germania e ad altri due per raggiungere lo stesso obiettivo. Mentre la costituzione di un 'fronte Sud', vista la posizione dei governi socialisti di Spagna e Portogallo, appare assai poco praticabile perfino come ipotesi. "Conte minaccia di porre veti inesistenti e impossibili sulla nomina del presidente della Commissione europea, che non prevede alcuna decisione all'unanimità e quindi nessuna possibilità di veto", ha sottolineato l'ex sottosegretario Sandro Gozi, secondo il quale siamo davanti a un "bluff improvvisato e disperato di Conte per evitare la procedura d'infrazione" e tutto ciò "rende evidente l'isolamento del premier italiano". Non meno dura Margrethe Vestager, commissario alla concorrenza convinta che le tensioni nei rapporti Italia-Ue "non sono un fatto nuovo". "L'Italia crede da sola di aver capito tutto", afferma, precisando che questa è una "idea di vecchia politica".

Nel frattempo il toto nomine, dopo la fumata nera del summit Ue, appare ancora in alto mare. Salvo la volontà espressa dai leader di andare oltre gli Spitzenkandidaten indicati dal Parlamento europeo. I 'pesi massimi' Ue ne riparleranno a Osaka, dove si incontreranno il 28 e 29 giugno per il G20. Per poi tornare a riunirsi il 30 a Bruxelles insieme agli altri europei. In ogni caso, dopo che sarà fatta la scelta del presidente della Commissione, all'Italia toccherà designare il 'suo' commissario per un portafoglio economico che, secondo i 'rumors' di Bruxelles, potrebbe essere quello della concorrenza o del commercio.

Ma se il candidato della Lega dovesse essere Giancarlo Giorgietti, per Conte si aprirebbe un nuovo fronte, stavolta interno. Visto che una mossa di questo genere potrebbe aprire la porta a un rimpasto. Inoltre c'è sul tavolo la nomina del ministro per gli affari europei che Salvini reclama e del quale ha attualmente la delega il premier Conte. E che non vuole lasciare almeno fino a quando non sarà conclusa la partita sulla procedura d'infrazione. Intanto da Roma Salvini continua a martellare: "l'Italia è contributore netto dell'Unione europea, quindi è inutile che vengano a farci la morale", ha ripetuto.

 

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

Guarda anche

O utilizza

ANSA Corporate

Se è una notizia,
è un’ANSA.

Raccogliamo, pubblichiamo e distribuiamo informazione giornalistica dal 1945 con sedi in Italia e nel mondo. Approfondisci i nostri servizi.