A partire dal 2005, attraverso diversi audit dei sistemi di gestione e controllo predisposti dalle autorità responsabili del Piano operativo per la Regione Sicilia (Por), le autorità europee hanno riscontrato gravi carenze (alcune accertate dall'Olaf, l'ufficio antifrode Ue) come progetti presentati dopo la scadenza, spese di personale non correlate al tempo effettivamente impiegato per i progetti, o consulenti esterni privi delle qualifiche richieste. Per questo il 17 dicembre 2015 la Commissione Ue ha deciso di ridurre il contributo comunitario al Por siciliano di 379.730.431,94 euro su circa 1,2 mld totali. Lo Stato italiano ha impugnato davanti al Tribunale Ue la decisione chiedendone l'annullamento in parte per ragioni sostanziali e in parte per ragioni formali.
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