BRUXELLES - Il presidente dell'Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem non sarà alla plenaria del Parlamento europeo il 4 aprile, alla quale era stato invitato dal presidente Antonio Tajani per parlare della Grecia. In una lettera di risposta alla missiva che Tajani gli aveva inviato il 29 marzo per invitarlo a Strasburgo, Dijsselbloem spiega di non essere "più disponibile" il 4 aprile. "Grazie della sua lettera di invito alla plenaria del 4 aprile. Ci siamo scritti diverse volte su queste questioni, e come indicato anche prima voglio discutere con il Parlamento sulla Grecia", scrive Dijsselbloem, precisando di aver già aggiornato sul salvataggio greco solo una settimana fa, il 21 marzo, la commissione economica del Parlamento Ue. "Sfortunatamente, come già indicato dai miei servizi la scorsa settimana, non sono più disponibile per quella data", aggiunge. Ma assicura che parteciperà "a plenarie future", e propone di incontrare Tajani alla fine della seconda revisione del programma greco.
Dijsselbloem non ha mai partecipato ad una plenaria del Parlamento, alla quale è stata invitato più volte. E' invece regolarmente presente alle audizioni della commissione economica del Parlamento Ue, che tiene aggiornata sui principali temi di discussione dell'Eurogruppo. Nell'ultima audizione, il 21 marzo, l'olandese era stato criticato aspramente da alcuni eurodeputati spagnoli per la sua intervista alla Faz, ormai celebre, dove accostava i Paesi del Sud allo spreco di denaro in donne e alcol.
La frase aveva dato vita ad una forte polemica, durata giorni, nella quale sono intervenuti i massimi esponenti delle istituzioni europee e dei Governi nazionali. Alcuni, come l'ex premier Renzi e il premier portoghese Costa, ne chiedevano le dimissioni, così come tutto il gruppo dei socialisti europei, a cui lo stesso Dijsselbloem appartiene. Anche diversi commissari europei hanno criticato la sua mancanza di sensibilità. Lo 'scivolone' arriva nel momento in cui la sua poltrona di presidente dell'Eurogruppo è in bilico: avendo perso le elezioni, il suo partito non parteciperà al prossimo governo olandese e quindi Dijsselbloem non sarà più ministro delle finanze. Di conseguenza, non potrà più sedere alla testa dei ministri delle finanze dell'Eurozona. Anche se le regole non sono molto chiare: secondo alcune interpretazioni, basterebbe essere ministro solo al momento della nomina a presidente, non per tutto il mandato. In ogni caso, la decisione sul presidente spetta soltanto ai ministri della zona euro. La scadenza naturale del mandato di Dijsselbloem è gennaio 2018, e il presidente spera di restare al suo posto almeno fino ad allora, contando sui tempi lunghi per la formazione del nuovo esecutivo olandese.
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