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Agricoltura: Cia a Ue, Pac più semplice e meno burocratica

Presidente Scanavino, nuova riforma per crescita settore Italia

Redazione ANSA BRUXELLES

BRUXELLES - Finora la Politica agricola comune (Pac), "piena di errori strategici, non ha permesso di mettere a frutto gli oltre 50 miliardi di euro potenziali del budget stanziato per il 2014-2020. Il 'greening' è stato un flop e le risorse del secondo pilastro (lo sviluppo rurale) non hanno raggiunto i giusti destinatari. La burocrazia ha vinto, invece di snellire le procedure si sono complicate". Così la Cia-Agricoltori italiani, ieri a Bruxelles per promuovere una giornata di dibattito e di confronto sul futuro della Pac post-2020 con i protagonisti della scena politica europea, intende mettere in guardia sulla necessità "di non sprecare l'ultima chance per fare crescere l'agricoltura italiana".

 

La Cia inoltre, considera positiva la proposta 'Omnibus' sulla semplificazione dell'Esecutivo Ue, ma dal 2020 - dice - non ci sarà appello: "senza misure per produttori e territori, nessuno sviluppo per la nostra agricoltura". Per il presidente Dino Scanavino infatti, nella regolamentazione post-2020 la ratio deve essere un nuovo rapporto tra agricoltura e territorio e al suo interno, oltre a riorganizzare le politiche di sviluppo rurale, e definire nuovi strumenti per gestire la tensione dei mercati agricoli.

 

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