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Migranti: Merkel, addio Dublino, servono nuove regole

Migranti: Merkel, addio Dublino, servono nuove regole

Presidente Francia: "Italia e Grecia non vanno lasciati"

STRASBURGO, 08 ottobre 2015, 10:16

Redazione ANSA

ANSACheck

Angela Merkel e François Hollande © ANSA/EPA

"Non è vero che abbiamo lasciato sola l'Italia". Lo ha detto Angela Merkel a un talk show televisivo, a proposito dell'emergenza profughi.
"Abbiamo guardato i dati dei richiedenti asilo in Italia e in Germania dal 2012: e nel migliore dei casi, quelli in Italia erano un terzo di quelli arrivati in Germania per ciascuno di questi anni", ha spiegato Merkel. "Quindi non è vero che abbiamo lasciato sola l'Italia", ha aggiunto.

Merkel, addio regole Dublino
"Dublino e' stato ormai superato. Mi impegno a lavorare a una nuova procedura che ottemperi a equita' e solidarieta'". Lo ha detto Angela Merkel, parlando alla plenaria dell'Europarlamento.

 

"Italia e Grecia non possono essere lasciate sole, così come i paesi balcanici" davanti alle ondate migratorie. Lo dice il presidente François Hollande alla plenaria del Parlamento europeo a Strasburgo, aggiungendo che vanno conclusi accordi con la Turchia perché i migranti vi siano accolti "ma dobbiamo aiutarla perché ci possa aiutare". L'Europa "viene da una serie di crisi" e "ad ogni crisi si manifesta una paura" e "bisogna vivere con la paura, ma non dominati dalla paura", poi specificato il presidente François Hollande alla plenaria a Strasburgo ricordando che 26 anni fa l'Europa occidentale accolse i cittadini dell'est "senza chiamarli rifugiati".

 

I malumori del Pd
"L'idea di un'Europa a trazione franco-tedesca, con soli due motori, è assolutamente retrò, politicamente, culturalmente, ma anche geograficamente. La presenza congiunta di Angela Merkel e Francois Hollande rappresenta un vulnus al Parlamento". Parole dure quelle di Nicola Danti, europarlamentare del Pd, considerato da molti vicino a Matteo Renzi, per protestare contro la visita che si terrà domani del presidente francese e della cancelliera tedesca alla plenaria di Strasburgo. Danti dà voce ad un malumore che serpeggia nella delegazione italiana del Pd. "Già la settimana scorsa - racconta all'ANSA - dissi queste cose all'assemblea di gruppo dei deputati S&D. I colleghi francesi e tedeschi mi incenerirono con lo sguardo. Ma la realtà è che visite come queste mettono oggettivamente in difficoltà l'Unione a 28 e rafforzano la posizione degli euroscettici. Si pensi solo cosa voglia dire mettere da parte Paesi come la Gran Bretagna, ma anche la Polonia o l'Italia".

 

Il fatto di essere visto come l'uomo di Renzi a Strasburgo non lo disturba più di tanto: "Prima di dire queste parole non ho sentito Matteo", chiosa sorridendo. "La questione centrale è che una volta Francia e Germania erano il cuore d'Europa: oggi l'Unione è una realtà complessa. Ci sono tante sensibilità, è grande, si va dal Portogallo alla Lituania, da Cipro alla Finlandia. Magari bastasse l'accordo tra Francia e Germania per risolvere i problemi, ma purtroppo non è così, come si vede ogni giorno". Secondo Danti, piuttosto, si tratta di "un'ostentazione di forza che nasconde debolezza". Il portavoce di Martin Schulz evita ogni polemica, ricordando che l'Aula del Parlamento è un luogo aperto a tutti i capi di Stato e di governo. "Così è stato per Tsipras, così speriamo sia presto per Cameron, così sarà domani per Merkel e Hollande". "Il fatto che abbiano scelto il Parlamento europeo per il loro discorso e dibattito dimostra ancora una volta come questa sia l'aula in cui hanno luogo grandi dibattiti europei e dimostra l'europeismo dei leader di questi due Stati membri".

 

Fatto sta che la 'polemica' arriva a qualche giorno di distanza da un altro episodio che non è piaciuto a Roma, ovvero la convocazione di un vertice a Parigi tra i ministri degli Esteri di Francia, Germania e Gran Bretagna - con l'Alto rappresentante Ue Federica Mogherini - a cui l'Italia non fu invitata malgrado nel menù ci fossero temi particolarmente sensibili: non solo l'Iran (che probabilmente avrebbe giustificato il formato '5+1') ma anche Siria e, soprattutto, Libia. In mattinata comunque a Strasburgo altra tensione, tra il presidente del Consiglio Ue, Donald Tusk e sempre il Pd.

 

Stavolta sul tema dei migranti. Tusk ha infatti lanciato un appello alla responsabilità di tutti sulla difesa delle frontiere esterne, facendo però un riferimento esplicito a Italia, Grecia, Ungheria e Slovacchia. "E' obbligo comune - ha detto Tusk in plenaria - assistere rifugiati come proteggere le frontiere esterne: abbiamo il dovere di rispettare regole comuni. Quando qualcuno dice che non ha intenzione di osservare il diritto europeo, per esempio Dublino o le quote, minaccia l'essenza della solidarietà e della nostra comunità. Rispettare le regole significherà sempre sacrificare parte dei nostri interessi".

 

Dura la replica di Gianni Pittella ("L'Italia merita una medaglia"), Patrizia Toia ("Noi salviamo vite, non innalziamo muri) e Simona Bonafé ("Per Tusk l'Italia è colpevole se salva vite?").

 

"L'idea di un'Europa a trazione franco-tedesca, con soli due motori, è assolutamente retrò, politicamente, culturalmente, ma anche geograficamente. La presenza congiunta di Angela Merkel e Francois Hollande rappresenta un vulnus al Parlamento". Parole dure quelle di Nicola Danti, europarlamentare del Pd, considerato da molti vicino a Matteo Renzi, per protestare contro la visita che si terrà domani del presidente francese e della cancelliera tedesca alla plenaria di Strasburgo. Danti dà voce ad un malumore che serpeggia nella delegazione italiana del Pd. "Già la settimana scorsa - racconta all'ANSA - dissi queste cose all'assemblea di gruppo dei deputati S&D. I colleghi francesi e tedeschi mi incenerirono con lo sguardo. Ma la realtà è che visite come queste mettono oggettivamente in difficoltà l'Unione a 28 e rafforzano la posizione degli euroscettici. Si pensi solo cosa voglia dire mettere da parte Paesi come la Gran Bretagna, ma anche la Polonia o l'Italia".

 

Il fatto di essere visto come l'uomo di Renzi a Strasburgo non lo disturba più di tanto: "Prima di dire queste parole non ho sentito Matteo", chiosa sorridendo. "La questione centrale è che una volta Francia e Germania erano il cuore d'Europa: oggi l'Unione è una realtà complessa. Ci sono tante sensibilità, è grande, si va dal Portogallo alla Lituania, da Cipro alla Finlandia. Magari bastasse l'accordo tra Francia e Germania per risolvere i problemi, ma purtroppo non è così, come si vede ogni giorno". Secondo Danti, piuttosto, si tratta di "un'ostentazione di forza che nasconde debolezza". Il portavoce di Martin Schulz evita ogni polemica, ricordando che l'Aula del Parlamento è un luogo aperto a tutti i capi di Stato e di governo. "Così è stato per Tsipras, così speriamo sia presto per Cameron, così sarà domani per Merkel e Hollande". "Il fatto che abbiano scelto il Parlamento europeo per il loro discorso e dibattito dimostra ancora una volta come questa sia l'aula in cui hanno luogo grandi dibattiti europei e dimostra l'europeismo dei leader di questi due Stati membri".

 

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