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Tsipras show, 'soldi alle banche, mai al popolo'

Alexis infiamma Aula Strasburgo. Ppe lo attacca, gelo di Juncker

Redazione ANSA

BRUXELLES - Alexis Tsipras infiamma l'Aula di Strasburgo. All'indomani dal drammatico Eurosummit che gli ha concesso 5 giorni per evitare la bancarotta, il premier greco difende la sua linea, raccogliendo applausi, abbracci e strette di mano. Incassa il gelo di Jean Claude Juncker e i durissimi attacchi di Manfred Weber, il popolare tedesco considerato molto vicino a Angela Merkel. Tuttavia, alla fine vince la sfida della plenaria. Una seduta attesissima, tanto che l'enorme traffico fa saltare quasi subito la connessione in streaming.

 

"Sono felice di essere qui in Parlamento, tempio della democrazia", esordisce in completo scuro e tradizionale camicia senza cravatta. Ad accoglierlo un'Aula divisa a metà: fortissimi applausi dalle ali opposte dell'emiciclo, muto invece il centro, dove siedono il Ppe e il Pse. Tanti i cartelli a favore e contro: dai banchi della sinistra antagonista le scritte "no" e "Oxi". Dall'altro lato, gli europarlamentari di Forza Italia e Area Popolare sventolano l'immagine di Totò che al leader di Syriza rivolge la battuta "E io pago!". Tsipras assicura subito che non vuole rompere con l'Europa, che l'austerità ha fallito e che cerca un accordo che porti la Grecia "fuori dalla crisi". Con toni pacati, chiarisce tra altri applausi che i soldi dati ad Atene "non sono mai arrivati al popolo, ma hanno salvato le banche europee e greche". Quindi ricorda che il suo obiettivo principale è la lotta alla disoccupazione, prima di annunciare la lettera di richiesta all'Esm per altri aiuti.

 

Parte il dibattito che rispecchia le posizioni note da tempo. Lodi dal leader della Lega: "Avete mostrato che il re è nudo, ma ora dovete andare sino in fondo", lo incita Matteo Salvini. Anche Marine Le Pen lo esorta a uscire dall'euro. Durissimo Manfred Weber: "Il referendum ha distrutto la fiducia in Europa. Il suo bilancio è catastrofico, lei non rappresenta la speranza". Critica, ma con toni molto più morbidi, Elisabetta Gardini (Fi), che lo invita a passare dalle parole ai fatti: "Cambi passo e venga qui con proposte concrete, troviamo soluzioni assieme". Molto deciso Gianni Pittella (Pd): "Per noi socialisti l'Europa, senza la Grecia, non esiste. Anche se lei non appartiene al mio partito, noi socialisti non accetteremo mai una Grexit". Per Roberto Gualtieri (Pd), l'eventuale uscita di Atene dall'Eurozona sarebbe un colpo "non solo economico ma morale per la Ue".

 

In sede di replica, il premier greco spara altre cartucce. Prima assicura di non avere piani segreti per la Grexit, poi annuncia l'abolizione delle baby pensioni e ricorda che chiede il taglio del debito "per poter restituire i soldi". Ma non molla un centimetro sulla sua autonomia: "Riconosco e rispetto le regole europee, ma difendo il diritto di scelta di applicarle secondo la sovranità dei governi". E infine cita Antigone di Sofocle: "Ci sono momenti in cui il diritto assoluto dell'uomo supera le leggi umane". Gelido Jean Claude Juncker: "Senza l'interruzione dei negoziati - rimprovera a Tsipras - avremmo raggiunto un'intesa. Avevamo proposto un programma da 35 miliardi, è bene che si sappia".

 

Donald Tusk non è da meno: "Moralità è pagare i debiti", ammonisce. Ma poi concede che l'arrivo della lettera è "un buon presagio". La seduta si chiude tra l'ovazione generale. Nemmeno un fischio e il fotogramma simbolo della giornata: l'abbraccio tra il giovane leader e il vecchio partigiano Manolis Glezos, 93 anni. Secondo i fan di Syriza, un ideale passaggio di testimone tra chi, nel 1941, appena 19enne, si arrampicò sull'Acropoli per strappare la bandiera nazista e chi oggi si batte contro un'Europa secondo molti troppo succube della cancelliera Merkel.

 

L'intervento di Tsipras a Strasburgo:

 

 

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