I negoziati a livello tecnico sono ripresi dopo una pausa di qualche giorno e "le cose si muovono", ammettono fonti europee.
I greci hanno presentato al Brussels Group proposte sui tre nodi principali: pensioni, mercato del lavoro e una semplificazione dell'Iva, con due aliquote. Quella sull'Iva sembra sia stata già criticata, quindi il Governo sta pensando ad una misura sostitutiva, cioè un'imposta dello 0,1-0,2% sulle transazioni bancarie (ad eccezione dei prelievi al bancomat e dei pagamenti con carta).
Ma il vero negoziato è politico ed è nelle mani di Tsipras che domani e dopodomani cercherà di fare leva sugli altri leader a margine del vertice sulla Eastern Partnership di Riga. Già domani sera ha in programma un bilaterale con la Merkel dopo la cena dei leader. Il premier greco vuole trovare un'intesa globale che metta fine all'austerity e comprenda una soluzione sul debito. Questione che i creditori non vogliono però affrontare. L'obiettivo di tutti è arrivare ad un accordo entro fine mese, perché è ormai chiaro che il 5 giugno per la Grecia scatterebbe il default: "Non ci sono fondi" per rimborsare l' "enorme" prestito del Fmi, ha detto Nikos Filis, portavoce del gruppo parlamentare di Syriza, assicurando però che il Governo pagherà stipendi e pensioni. Ma "non daremo soldi ai creditori", avverte.
Ad aumentare la tensione, Moody's spiega che le prospettive per le banche greche sono negative, rispecchiando la crisi di liquidità. E visto che "è improbabile un allentamento delle tensioni" sugli istituti di credito ellenici nei prossimi 12-18 mesi, "è molto alta la possibilità" che venga imposto "un controllo sui trasferimenti di capitali e un congelamento dei depositi".
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