Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Italia parte in ritardo su 'impegni' fondi Ue 2014-2020

Italia parte in ritardo su 'impegni' fondi Ue 2014-2020

Si allungano tempi per varo programmi operativi alcune regioni

BRUXELLES, 20 gennaio 2015, 20:35

Redazione ANSA

ANSACheck

Italia parte in ritardo su 'impegni ' fondi Ue 2014-2020 - RIPRODUZIONE RISERVATA

BRUXELLES - L'Italia parte già in ritardo nell'impiego della nuova tornata di fondi Ue, quelli della programmazione 2014-2020, rivelandosi il quinto paese più indietro nell'impegnare i finanziamenti messi a disposizione per lo scorso anno. Al momento risultano infatti essere ben 4,1 i miliardi inutilizzati sui 6,2 disponibili, pari al 66%, che la Commissione Ue ha quindi proposto di trasferire sul 2015. Questa situazione, però, non riguarda solo l'Italia ma in diversa misura tutti gli Stati membri, per un totale di 21 mld che Bruxelles ha ora chiesto a Parlamento e Consiglio di spostare sul bilancio Ue 2015.

Peggio dell'Italia solo Repubblica ceca (100%, il testo di legge per il loro impiego non è stato ancora adottato), Romania (78%), Lussemburgo (69%) e Irlanda (67%). In ritardo anche Spagna (61%), Gran Bretagna, Svezia e Bulgaria (54%). La Francia non ha impiegato il 40% dei fondi, la Germania appena il 16%. Campione di programmazione, invece, la Slovacchia (tutto utilizzato), poi Austria, Polonia e Lettonia (1%), Finlandia, Portogallo e Slovenia (2%), Olanda (4%) e Lituania (6%). L'Italia è il paese Ue con il più alto numero di programmi operativi (77), ma oltre la metà sono da riprogrammare (43). "Non siamo qui per fare una classifica tra gli stati membri", ha sottolineato il portavoce alla politica regionale Jakub Adamowicz, ma "l'Italia è un paese con molteplici problemi". A partire dal ritardo con cui sono stati presentati i programmi operativi (PO): gli ultimi sono stati inviati alla Commissione addirittura a gennaio 2015 inoltrato anziché nel 2014, impedendo così a Bruxelles di adottarli per tempo.

Ritardare l'adozione dei programmi vuole dire ritardare anche la loro applicazione. Allo stato attuale, ha aggiunto il portavoce, "i negoziati con l'Italia stanno avanzando" in un quadro in cui tutti i programmi delle politiche di coesione sono stati trasmessi, con 19 già adottati, 13 in previsione di adozione entro fine marzo, e altri 17 dopo il primo maggio. Per quanto riguarda criticità specifiche, sul fronte del Fondo sociale europeo tutti i PO sono stati già adottati da Bruxelles nel 2014 ad eccezione della Campania, in quanto le autorità non hanno tenuto sufficientemente in conto le osservazioni critiche della Commissione, e quello di Bolzano perché inviato il 30 dicembre. Entrambi saranno adottati dopo la revisione del bilancio Ue prevista entro il primo maggio. Il programma operativo dell'uso congiunto dei diversi fondi Ue, invece, è stato inviato con le correzioni richieste da Bruxelles solo a metà dicembre. Sul fronte dei fondi regionali, invece, Puglia e Molise non hanno sufficientemente tenuto conto delle osservazioni critiche di Bruxelles, per cui anche in questo caso tutto slitta a maggio. Lo stesso dicasi per i PO nell'ambito di legalità, città metropolitane, ricerca e innovazione. La Calabria, invece, ha trasmesso il suo programma operativo prima della pausa natalizia ma, data la presenza di informazioni erronee, la Commissione lo ha immediatamente rimandato indietro per le necessarie modifiche.

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

O utilizza

ANSA Corporate

Se è una notizia,
è un’ANSA.

Raccogliamo, pubblichiamo e distribuiamo informazione giornalistica dal 1945 con sedi in Italia e nel mondo. Approfondisci i nostri servizi.