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Semestre Ue, Italia lascia in eredità attenzione a crescita

Nonostante rinnovo istituzioni passi avanti in economia e Triton

Redazione ANSA BRUXELLES

BRUXELLES - Aver dato il via a una "nuova stagione per l'Europa", che abbia finalmente come priorità "la crescita e non solo austerità". Matteo Renzi, nella sua ultima conferenza stampa come Presidente di turno dell'Unione, sintetizza così il risultato principale del semestre italiano, nel giorno in cui il Consiglio vara ufficialmente il Piano Juncker, con un pacchetto di investimenti da 315 miliardi di euro. Un cambio radicale di narrativa, di immagine che l'Europa da di sè, che supera la sfera economica, modificando anche culturalmente l'agenda setting di Bruxelles. Un aspetto da valutare attentamente anche nell'analisi dei risultati concreti.


"E' questa l'eredità che lasciamo", aggiunge Renzi a fianco del presidente del Consiglio europeo Donald Tusk e della Commissione Jean Claude Juncker. E nel fare un bilancio, non si può dimenticare come questo semestre abbia patito inevitabilmente il contesto in cui ha mosso i suoi primi passi, ovvero le difficoltà vissute dalle altre due istituzioni europee: non solo il dibattito interno a un Parlamento appena rinnovato, con una massiccia presenza di euroscettica.


Ma soprattutto il lungo travaglio che ha accompagnato la formazione della Commissione Juncker chiamata a risolvere un puzzle complicato, stretta tra veti degli Stati membri e la necessità del suo Presidente di imporre un cambio di passo, di definire un 'nuovo inizio'. Tuttavia, malgrado tutto, come ricorda l'ambasciatore Stefano Sannino, almeno su due fronti l'Italia è riuscita incidere pesantemente sui lavori di Bruxelles: economia e immigrazione. "C'e' stato un netto cambiamento di approccio nella politica economica europea - spiega Sannino - perché siamo passati da una situazione in cui ci si concentrava esclusivamente sul consolidamento dei bilanci e sulle riforme strutturali, a uno in cui gli investimenti, la crescita e le misure a favore dell'occupazione hanno assunto una centralità molto grande nel processo di definizione della politica economica europea, come testimoniato dalle conclusioni del Consiglio europeo".


L'altro settore in cui l'Italia è riuscita a ottenere risultati importanti è quello delicatissimo dell'immigrazione, pensiamo all'implementazione del programma Triton e alla fine di Mare Nostrum: "Anche qui - sottolinea Sannino - siamo riusciti a trasformare un approccio di semplice confronto tra gli Stati membri, a uno di cooperazione in grado di definire il concetto di frontiera comune europea e di impegno comune europeo". Detto questo resta sullo sfondo la madre di tutte le battaglie, ovvero la possibilità di affrontare il nodo della flessibilità all'interno del Patto di stabilità e crescita. Il premier ripete come un mantra che quel Patto si regge su due gambe e che sarebbe ora di porre l'accento non solo sulla S di stabilità, ma anche della C di crescita. Ma contro questa visione pesano le forti resistenze della Cancelliera tedesca Angela Merkel. Una partita cruciale, decisiva per il futuro dell'Europa che andrà avanti nei mesi e negli anni a seguire. E che, al di la' di ogni ambizioso ottimismo, sarebbe stato impossibile concludere in un segno o nell'altro nell'ambito del semestre italiano.

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