BRUXELLES - "L'Italia ha compiuto un duro lavoro per mettere la crescita e i giovani al top dell'agenda Ue e mantenere l'impegno" preso. Così il ministro dell'istruzione Stefania Giannini al termine del Consiglio Ue educazione, l'ultimo sotto la sua presidenza, al termine del quale sono stati "raggiunti tre importanti risultati". Primo, i 28 hanno riaffermato che, se si vuole crescita e sviluppo, "l'educazione deve essere una delle priorità chiave nella strategia Europa 2020", per cui "la mobilitazione delle risorse deve essere prioritaria". Questa deve avvenire coinvolgendo tutti i fondi a disposizione, da quelli nazionali a quelli strutturali Ue per il 2014-2020 più gli investimenti nel settore del Piano Juncker, in un "approccio coerente". Secondo punto, le conclusioni adottate sull'imprenditorialità e i giovani, per cui l'Ue "se vuole farne un altro motore di crescita", ha sottolineato il ministro, s'impegna a creare un clima favorevole, sviluppando le competenze necessarie a scuola sino al rafforzamento dei legami tra mondo delle imprese e sistema educativo.
Terzo, "per aumentare le opportunità di lavoro bisogna anche migliorare la mobilità", ha sottolineato Giannini, per questo la presidenza italiana ha portato all'attenzione dei 28 il fatto che ora sia "il momento giusto" per far sì che questa diventi una "parte strutturale" dei processi educativi e non resti un "appannaggio per pochi fortunati". I 28 si sono quindi impegnati a firmare sotto la prossima presidenza lettone una dichiarazione politica a sostegno di Erasmus +, lanciando un "forte messaggio" alle università perché migliorino la qualità dei programmi di mobilità. "Si tratta di una spinta importate al nostro programma di maggior successo", ha accolto con favore l'iniziativa il commissario Ue all'educazione Tibor Navracsis, al debutto alla sua prima riunione dei 28. "Ci sono strumenti che ogni paese può utilizzare" per incrementare il numero di studenti o tirocinanti in mobilità anche già con le risorse attualmente a disposizione, ha affermato il ministro. I 28 però non hanno però cifrato gli obiettivi. Intanto se la mobilità diventerà strutturale e non più limitata a una "piccola percentuale" di studenti come avviene oggi, ha spiegato Giannini, questo "favorirà l'omogeneità dei curricula di studio e il riconoscimento dei crediti formativi", aumentando anche l'occupabilità dei giovani.
E' anche in quest'ottica che nelle sessioni del Consiglio Ue lavoro di ieri e di quello educazione di oggi per la prima volta, su iniziativa della presidenza italiana, i rispettivi ministri del trio di presidenze Ue (oltre a Italia, Lettonia e Lussemburgo) hanno avuto discussioni congiunte in modo da coordinare meglio le politiche in modo intersettoriale. Queste sono "una buona novità e un buon modo per affrontare questo grande tema per l'Europa che è il futuro dei giovani", ha commentato il ministro del lavoro Giuliano Poletti, che ha partecipato ai lavori insieme alla Giannini, sottolineando che "le risposte al problema dell'occupazione per i nostri giovani si costruiscono con il dialogo tra lavoro, occupazione, impresa e scuola" per cui è chiave "far discutere e lavorare insieme i diversi ministri".
"La presidenza italiana presenterà una proposta per valutare la possibilità d'introdurre a livello europeo un'esperienza di servizio civile volontario che ha già dato risultati importanti in diversi paesi e può essere una prospettiva per l'Europa". Così il sottosegretario Luigi Bobba al Consiglio Ue gioventù, l'ultimo sotto presidenza italiana. Al centro della riunione anche l'accesso ai diritti per i giovani, in particolare lavoro, credito per la casa ma soprattutto partecipazione politica, oltre a una "nuova generazione di politiche giovanili che siano intersettoriali", ossia che "riguardino l'insieme della vita dei giovani come elemento di maggior efficacia delle politiche l'Ue mette in campo".