L'Europa spinge l'acceleratore
sulla lotta all'evasione fiscale e approva oggi due misure
bloccate da tempo in Consiglio: una per impedire che le
multinazionali aggirino il fisco spostando i loro profitti tra
una filiale e l'altra, e l'altra che rende obbligatorio lo
scambio di informazioni in materia fiscale su interessi,
dividendi, altre entrate e conti bancari di individui, fondi ed
entità, mettendo fine per sempre al segreto bancario in Ue. Per
quest'ultima si tratta dell'ultimo via libera perché l'accordo
politico era stato già raggiunto ad ottobre, mentre la prima
passerà al prossimo Consiglio ma senza discussione. Tramonta
invece l'ipotesi di un accordo sulla Tobin Tax a undici, tra cui
Italia, Francia e Germania, entro la fine della presidenza
italiana: i Paesi sono ancora divisi sui principi cardine e
quindi il dossier è rinviato al 2015. Quello che l'Ecofin ha
approvato oggi è la 'clausola anti-abusi', cioè una modifica
alla direttiva sulle società sussidiarie (o direttiva
'madri-figlie'), nata nel 2011 per assicurare che i profitti
realizzati da gruppi che operano in più Paesi non vengano
tassati due volte. Nel 2013 la Commissione ha però richiesto la
revisione della direttiva e l'introduzione di una norma
'anti-abusi' perché si è resa conto che alcune multinazionali
'giocavano' con i propri profitti, spostandoli dove più
conveniente, per aggirare il fisco. La clausola impedisce ai
Governi di "concedere i benefici della direttiva sulle
sussidiarie agli accordi che non sono 'genuini' e sono stati
realizzati per ottenere un vantaggio fiscale, senza riflettere
la realtà economica", spiega il Consiglio. Per il ministro
dell'economia Pier Carlo Padoan, che presiede l'Ecofin,
"consentirà agli Stati di combattere meglio la pianificazione
fiscale aggressiva da parte di gruppi o di società assicurando
una più equa tassazione nell'Ue". Per il commissario
all'economia Pierre Moscovici la clausola anti-abuso "chiude i
buchi del sistema che potevano essere usati per una
pianificazione fiscale aggressiva". L'altro provvedimento
approvato riguarda l'estensione a dividendi, interessi, rendite
finanziarie e altri profitti dello scambio automatico di
informazioni tra autorità fiscali (si tratta dell'estensione
della 'direttiva sulla cooperazione amministrativa'). Ha un
duplice scopo: prevenire che i contribuenti nascondano capitali
tassabili all'estero e migliorare l'efficienza della
riscossione. "L'adozione della direttiva rivista sulla
cooperazione amministrativa è un passo cruciale nella lotta
all'evasione", ha detto il ministro Pier Carlo Padoan,
presidente del Consiglio Ecofin, precisando che "segna la fine
del segreto bancario". Per Moscovici questa decisione "assicura
che lo scambio di informazioni fiscali assuma la dimensione più
ampia possibile", visto che "gli eventi attuali richiedono un
aumento degli sforzi per combattere l'evasione su tutti i
fronti". Il commissario ha ricordato che all'inizio del 2015
proporrà che lo stesso meccanismo si applichi ai 'tax ruling',
cioè gli accordi fiscali con le aziende finiti nell'occhio del
ciclone con lo scandalo LuxLeaks.
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